Turisti occidentali “liberati” dall’esercito

I militari hanno annunciato di aver liberato dodici turisti italiani e svizzeri rapiti nella zona anglofona del Paese.

 

In una dichiarazione rilasciata mercoledì, il ministro delle Comunicazioni camerunense Issa Tchiroma Bakary ha dichiarato: «Un’operazione militare ha permesso il rilascio di 12 turisti europei». Senza mancare di aggiungere che erano stati rapiti lunedì 2 aprile nella regione Sud-occidentale, cosa che non era nota. Nel frattempo, sei consiglieri comunali del Camerun sono stati rilasciati in un’altra operazione, ha detto Bakary. Il testo afferma inoltre che in «recenti scontri, dozzine di assalitori separatisti» sono stati uccisi dall’esercito camerunense e che «grandi scorte di armi e munizioni e grandi quantità di farmaci» sono stati sequestrati.

I turisti occidentali – sette svizzeri e cinque italiani – erano stati rapiti da «una banda di terroristi» nella città di Moungo-Ndor diretti a Twin Lakes, due laghi Kupe Muanengumba, ha precisato Yaoundé nella sua nota. Ma non deve essere preso per oro colato quanto viene detto in tale comunicato: la veridicità dei fatti è ancora tutta da dimostrare. In effetti, in una loro dichiarazione, i membri del gruppo turistico African Adventures, organizzatori del tour, hanno ammesso di essere stati arrestati da uomini armati, ma hanno negato di essere stati rapiti.

L’agenzia di viaggi italiana ha semplicemente riportato mercoledì sera un breve arresto da parte di «un gruppo di persone armate». Aggiungendo che «il 2 aprile, durante il nostro viaggio in Camerun su un percorso aperto al traffico […] siamo stati fermati da un gruppo di persone armate che hanno controllato i nostri documenti e i nostri veicoli», scrive African Adventure precisando che «i turisti stanno bene e non hanno subito alcuna violenza». Infine, afferma l’agenzia, «la nostra trattativa con questo gruppo ci ha permesso di ottenere il permesso di andarcene».

È la seconda volta che degli stranieri sono stati attaccati nelle aree di lingua inglese del Camerun dall’inizio del 2018. A metà marzo, due ingegneri tunisini erano stati rapiti. Uno di loro era stato ucciso durante un’operazione militare per liberarli. Nella zona i gruppi separatisti armati moltiplicano le azioni violente contro i simboli dello Stato (attacchi di gendarmeria, rapimenti di impiegati pubblici, scontri con l’esercito). Da oltre un anno, l’area di lingua inglese del Camerun è teatro di un’insurrezione guidata da attivisti che affermano di essere membri della repubblica immaginaria di “Ambazonia”. Dall’arresto dei leader separatisti in Nigeria, a gennaio, le tensioni si sono rinfocolate tra il governo camerunense (che fatica ad aprire un vero dialogo e a concedere i diritti costituzionali agli anglofoni) e i separatisti (che chiedono la secessione delle due regioni anglofone del Sud-Ovest e del Nord-Ovest del resto del Camerun.

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