Tu chiamale se vuoi… sanzioni

Sbloccato il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea verso la Russia, arenatosi finora per il mancato accordo tra gli Stati europei: embargo (parziale) anche sul petrolio, a partire da fine anno.
Unione europea (La Presse)

Dopo averlo annunciato quasi un mese fa, l’Unione europea (Ue) adotta un nuovo pacchetto di sanzioni verso la Russia, il sesto dall’inizio del conflitto russo-ucraino, in risposta all’attacco militare della Russia nei confronti dell’Ucraina. Le misure sono intese a ostacolare la capacità della Russia di finanziare la Guerra e imporre chiari costi economici e politici nei confronti dell’élite politica russa responsabile dell’invasione.

La questione non è semplice perchè, come spesso accade, gli Stati membri dell’Ue sono divisi tra loro sul da farsi, perchè hanno interessi contrastanti: basti pensare che l’Italia importa il 40% del gas necessario al paese dalla Russia e la Germania addirittura più del 60%, mentre l’embargo sul petrolio è stato osteggiato fino all’ultimo dall’Ungheria, con la compiacenza di altri Stati membri che hanno un disperato bisogno del petrolio russo. La Commissione europea e gli Stati Uniti stanno anche elaborando una proposta per limitare i prezzi del petrolio.

Il Consiglio europeo, riunitosi in seduta straordinaria il 30 e 31 maggio a Bruxelles, conviene che il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia riguarderà il petrolio greggio, nonché i prodotti petroliferi, forniti dalla Russia agli Stati membri, con un’eccezione temporanea per il petrolio greggio fornito mediante oleodotto. Tale embargo ha un impatto per cui, entro la fine dell’anno, quasi il 90% del petrolio russo importato in Europa sarà coperto da questa misura.

L’Ungheria minacciava di porre il veto sulle misure di embargo petrolifero verso la Russia al fine di ottenere delle garanzie dalla Commissione europea quantificabili in 3 miliardi di euro, oltre a 7 miliardi di euro del Pnrr ungherese, attualmente bloccati dalla Commissione europea per la cosiddetta clausula di condizionalità dei fondi comunitari al rispetto dello stato di diritto.

La Germania e la Polonia, che potrebbero beneficiare dell’esenzione dell’embargo del petrolio da oleodotto, si sarebbero impegnate praticamente a chiudere l’oleodotto di Druzhba settentrionale, nella prospettiva di chiudere anche il ramo meridionale il prima possibile, sebbene quel tratto meridionale dell’oleodotto fornisca petrolio a Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca. Proprio la Repubblica ceca ha ottenuto un’esenzione di 18 mesi dal divieto di rivendere i prodotti petroliferi.

Il Consiglio europeo ribadisce la ferma condanna della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ed esorta nuovamente la Russia a cessare immediatamente gli attacchi indiscriminati contro i civili e le infrastrutture civili e a ritirare immediatamente e incondizionatamente tutte le sue truppe e attrezzature militari dall’intero territorio ucraino. Inoltre, il Consiglio europeo chiede alla Russia di consentire l’immediato accesso umanitario e il passaggio sicuro di tutti i civili coinvolti nei combattimenti.

Sta ora al Consiglio dei ministri dell’Ue scendere nel dettaglio, finalizzare e adottare il nuovo pacchetto di sanzioni, garantendo al contempo un mercato unico dell’Ue ben funzionante, una concorrenza leale, solidarietà tra gli Stati membri e condizioni di parità anche per quanto riguarda il graduale affrancamento dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi. In caso di improvvise interruzioni dell’approvvigionamento, saranno introdotte misure di emergenza per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, per evitare rischi alle economie e ai cittadini degli Stati membri.

Dall’inizio dell’aggressione russa, l’Ue ha intensificato il sostegno alla resilienza economica, sociale e finanziaria dell’Ucraina, per 9 miliardi di euro, fornendo anche assistenza umanitaria. Oltre le sanzioni, l’Ue continuerà a fornire sostegno all’Ucraina per affrontare i bisogni umanitari, il fabbisogno di liquidità e le esigenze di ricostruzione. L’Ue e i suoi Stati membri hanno fornito protezione a milioni di rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina e restano determinati ad accoglierli e offrire loro sicurezza, anche aiutando i paesi vicini. Il Consiglio europeo invita la Commissione europea a presentare nuove iniziative a sostegno di questo sforzo nell’ambito del quadro finanziario pluriennale. Sono sospesi per un anno anche i dazi all’importazione su tutte le esportazioni ucraine verso l’Ue.

L’Ue resta inoltre determinata a continuare a rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendere la sua integrità territoriale e la sua sovranità e, a tale fine, il Consiglio europeo accoglie con favore la decisione, recentemente adottata dal Consiglio dei ministri, di incrementare il sostegno militare all’Ucraina nell’ambito dello strumento europeo per la pace.

Charles Michel, Presidente del Consigio europeo, nelle sue conclusioni, dichiara di non sottovalutare tutte le difficoltà ma, anzi, osserva che era noto «che ci sarebbero volute alcune settimane prima di poter prendere una decisione del genere»; eppure i leader europei «lanciano un segnale molto forte perché nelle ultime ore e nei giorni scorsi si è speculato sul rischio di una mancanza di unità, di unità dell’Unione europea». Egli ribadisce come «più che mai sia importante dimostrare che sappiamo essere forti, siamo in grado di essere fermi e siamo in grado di essere duri per difendere i nostri valori e difendere i nostri interessi».

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