Trieste NEXT: festa e scienza

I Festival della Scienza e della Ricerca scientifica sono sempre più luoghi di ritrovo e di reciprocità
Trieste NEXT (Marco_Boventi)

Piazza Unità d’Italia presenta in questi giorni uno spettacolo particolare, oltre alla bellezza dei suoi palazzi e dall’essere affacciata sul golfo di Trieste: è diventata il luogo naturale di incontro tra scienza e città, tra generazioni, tra scuole e università, tra ricercatori e cittadini di ogni età.

Trieste NEXT, svoltosi tra il 22 e il 24 settembre, è giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione e ha avuto come titolo “Un mondo nuovo – scienza, cultura, innovazione per un futuro sostenibile”.  Ha dato vita e voce a un centinaio di eventi, occupando quasi tutte le sale e i teatri della città, coinvolgendo molti docenti dell’Ateneo triestino, oltre a circa 300 tra scienziati, umanisti e personalità provenienti dall’Italia e dal mondo, 45 spazi espositivi, 65 attività per le scuole, interessando diverse centinaia di studenti.

Tra gli stand ci sono ragazzi che parlano ai propri coetanei, genitori e nonni, raccontando di un progetto sulla raccolta differenziata (“facciamo la differenz(iat)a”, il bel titolo dell’iniziativa che ha coinvolto scuole primarie di primo e secondo grado di tutta la Regione); poi si scorgono alcuni studenti universitari intenti a presentare dei plastici interattivi che mostrano l’importanza di rispettare gli equilibri idrologici; e ancora, tra il vociare della piazza, ci sono numerose famiglie con bambini che partecipano ai molti giochi pensati per loro; infine persone di ogni età che affrontano con stupore le sfide poste nei laboratori di intelligenza artificiale e nelle altre presentazioni dei numerosi centri di ricerca presenti nel territorio triestino.

La piazza vive delle giornate di festa, in un clima di conoscenza scientifica e di incontro sereno aperto a tutti. Anche i molti turisti stranieri godono della vitalità della piazza, colpiti in modo particolare del gran numero di ragazzi e giovani presenti come spettatori ma anche come protagonisti di questo evento (oltre ai ricercatori, più di cento i giovani volontari che hanno reso possibile lo svolgimento di queste giornate).

A Trieste, come in tante altre città italiane, queste iniziative coinvolgono un numero sempre maggiore di persone. C’è il desiderio di conoscere, di incontrare chi lavora in ambiti apparentemente lontani e difficile da comprendere. C’è bisogno di toccare con mano quanto la scienza sta sviluppando in questi anni così complessi. C’è il desiderio di ascoltare chi lavora con passione nel mondo della scienza, di capire come argomenti teorici possono essere poi applicati a problemi pratici della vita di tutti i giorni. In questi contesti nasce l’opportunità di discutere con rispetto tra chi ha punti di vista diversi anche su argomenti spinosi e controversi.

Le Università, i centri di ricerca che spesso sono sembrati chiusi nelle proprie attività, sentono sempre più il bisogno di essere radicati e aperti verso il territorio in cui operano, dialogando con tutti, per presentare i risultati delle ultime ricerche, ma anche per ascoltare quanto emerge dai bisogni e cercando di rispondere agli stimoli proposti da chi vive in quel territorio.

I festival della scienza e della ricerca scientifica hanno ormai una storia decennale, non sono quindi delle iniziative spot ma iniziano a mettere radici, a creare un dialogo più continuativo con le città. Sono momenti informativi e formativi: aperti a tutti possono diventare decisivi per i ragazzi e per i giovani che stanno pensando ai propri studi e a dove indirizzare i loro talenti e le loro passioni.

In anni non facili e complessi come quelli che stiamo vivendo, eventi come quello vissuto a Trieste diventano allora nuovamente luogo di ritrovo, luogo di scambio e di conoscenza reciproca che può generare spunti di riflessione e di azione, verso un “mondo nuovo”, come suggerisce il titolo stesso della manifestazione.

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