Il tentativo di rispondere ad alcune istanze emergenti dall’attuale dibattito tra teologia ed arte determina lo scopo del presente scritto. La sua stesura lungi dall’avere un carattere prettamente sistematico si snoda all’interno di un orizzonte esperienziale; pertanto lo stile che lo caratterizza rimane quello comunicativo. Esso nasce infatti dal tentativo di conferire una forma organica ad uno scambio epistolare avvenuto con il dott. G. Maria Zanghí, in seguito ad un’esperienza artistica fatta nell’ambito del Movimento. Ne emerge un appunto che offre qua e là, al lettore, alcune intuizioni che si presentano ora come un abbozzo di idea, ora come una pista di orientamento per una riflessione estetico-teologica.