Suor Nancy e il fondo per i poveri

Ci ha lasciati suor Nancy Pereira: come Yunus con la Grameen Bank in Bangladesh, ha avuto l'intuizione del microcredito per ridare dignità alla gente dell'India.
Nancy Pereira

Aveva inziato negli anni ’90 in una Bangalore che era ancora la “città giardino dell’India”, o il Paradiso dei pensionati, come la chiamavano allora. Nulla a che vedere con la città convulsa ed in crescita esponenziale degli ultimi 15 anni, diventata la Sylicon Valley del Paese.

 

Ma già allora c’erano poveri. Nulla di paragonabile ai grandi slums di Mumbai e Calcutta, ma sacche di povertà ce n’erano tante. Lei si dedicava proprio a loro, soprattutto a quelli che provenivano dal vicino stato del Tamil Nadu o dai villaggi del Karnataka, dove la siccità sempre incombente spesso costringe la gente a lasciare le campagne. Proprio per ridare una dignità a questi poveri, Nancy Pereira, salesiana originaria dello stato del Kerala, aveva dato inizio ad un progetto molto simile a quello di Yunus in Bangladesh.

 

Non si chiamava Grameen Bank, era un “fondo dei poveri”, ma funzionava come una vera banca, alla quale avevano accesso solo la gente degli slums e dei villaggi più poveri. Con quell’iniziativa suor Nancy voleva dare a ciascuno la possibilità di rifarsi una vita. Ma la cosa non era gratuita e scontata. Suor Nancy la sapeva lunga ed aveva i piedi ben piantati per terra: chi voleva un credito doveva dimostrare di aver risparmiato con costanza in un anno almeno una piccola somma. Soprattutto, non si trattava di prendere i soldi e sparire. Era necessario partecipare agli incontri del gruppo di gestione dei crediti. Il tasso di interesse annuo era appena sufficiente a coprire le spese di gestione. Il progetto concepito dalla salesiana coinvolgeva la famiglia intera, responsabilizzando anche gli uomini, spesso avvezzi al bere, e coinvolgendo, nel loro piccolo, anche i figli. Il progetto mirava all’educazione integrale delle famiglie.

 

Si chiamava Fides (Family Integral Development and Education Scheme – Programma integrato di educazione famigliare), ed ha cambiato la vita non solo a singole persone, ma anche ad intere comunità, sia nelle bidonville che nei villaggi. Al progetto originario se ne sono poi aggiunti altri, corollari del primo. Numerosi i gruppi per la promozione delle donne ed vari programmi di sviluppo, come l’Igp (Income generating programme), perché i poveri potessero vivere un’esistenza degna giungendo ad un’autonomia economica.

 

Suor Nancy è morta il 14 luglio, in silenzio, senza far rumore, quasi a dimostrare, come sottolinea una nota redatta dalla congregazione salesiana, che «la sua vocazione era quella di stare con i poveri e di dedicarsi a servirli. Amava tutti e cercava di aiutare le persone a rendersi consapevoli dei loro diritti e doveri, per vivere la propria dignità di figli di Dio. E faceva questo con gioia, coinvolgendo tante persone nei suoi progetti».

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