Sui “sentieri della libertà”

La Memoria delle Alpi è una rete ecomuseale transfrontaliera dedicata al territorio alpino e alla sua storia, come i 43 sentieri dedicati alla persecuzione razziale, alla  guerra mondiale e alla Resistenza
sentieri libertà

Se si percorre la Valle Gesso, in provincia di Cuneo, e si sale da S. Giacomo verso il rifugio Soria e il Colle delle Finestre in direzione Francia, ad un certo punto ci si trova a camminare su un percorso della memoria. Dopo alcuni tornanti, e dopo aver superato colonie di stambecchi che ci camminano al fianco annusandoci quasi a voler socializzare, un grande poster ricorda il passaggio degli ebrei in fuga: tra l’8 e il 13 settembre 1943, circa 800 di loro scesero in valle Gesso in seguito alla dissoluzione della 4ª Armata del Regio esercito italiano. Provenivano dalle più diverse località dell’Europa, alla ricerca di un riparo dalla persecuzione antisemita che il nazismo portava con sé.

 

L’armistizio tra l’Italia e gli Alleati aveva colto la maggior parte di quei profughi in domicilio coatto a St. Martin Vésubie. Ora che l’esercito italiano abbandonava le postazioni sulla linea di confine, lo seguivano pensando di trovare un luogo protetto dalle persecuzioni razziali. Il grosso dei profughi lasciò Saint Martin appena si diffuse la notizia dell’armistizio; altri, in gruppi sparsi, nei giorni immediatamente successivi. Numerosi gli anziani ed i bambini, alcuni di pochi mesi, che con i loro familiari affrontarono la lunga traversata. Male equipaggiati e con risorse fisiche limitate, giunsero stremati nei paesi di Entracque e Valdieri, dove trovarono ospitalità in locali di fortuna offerti dalla popolazione locale. Ma già il 12 settembre Cuneo fu occupata dai tedeschi. Il 18 un bando emanato dal comando tedesco ordinava l’arresto immediato di tutti gli stranieri: 349 ebrei furono così arrestati e rinchiusi nella ex caserma degli alpini di Borgo San Dalmazzo, trasformata in campo di concentramento e gestita dalle autorità locali subordinate ai tedeschi. Altri ebrei furono arrestati nei giorni successivi, tra cui i cuneesi, poi rilasciati tra il 28 ottobre ed il 9 novembre. Il 21 novembre 328 ebrei stranieri furono deportati ad Auschwitz.

 

Tra i circa ottocento ebrei giunti in valle Gesso si salvarono dall’internamento nel prima di tutto coloro che avevano trovato le energie fisiche e psicologiche necessarie a proseguire immediatamente il cammino, prima che la provincia di Cuneo fosse occupata dai tedeschi. Molti di loro raggiunsero direttamente la Svizzera o, attraverso Genova, Firenze e di qui la zona liberata dall’avanzata alleata. Si salvarono anche molti di coloro che si erano nascosti nei boschi sulle alture che separano la valle Gesso dalla Stura, dove avevano trovato l’aiuto coraggioso e disinteressato della popolazione locale fino alla liberazione. Alcuni ebrei non esitarono a partecipare attivamente alla Resistenza, unendosi alle bande incontrate nei luoghi di rifugio. Anima ed organizzatori dell’aiuto ai fuggiaschi rimasti in valle Gesso e nelle vicine valli Stura e Vermenagna furono oltre un centinaio di sacerdoti e laici fidati del posto, che organizzarono i rifugi, mantennero continuamente i contatti con loro, raccolsero e distribuirono aiuti giunti dalla Chiesa e da tante famiglie del luogo.

 

Sentieri, dunque, che raccontano una storia tragica, ma anche testimonianze di impegno civile e solidarietà. Una buona idea per le camminate dell’estate.

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