Spiagge e mari italiani non godono di buona salute

Secondo Goletta verde il 48% dei campioni prelevati dai nostri mari risulta fuori legge, peggiorata dell8 % rispetto al 2017

Ha attraccato il 12 agosto in Friuli Venezia Giulia, dopo più di un mese e mezzo di navigazione – con partenza il 22 giugno dalla Liguria – l’imbarcazione della Goletta Verde. Ha percorso 7000 km di costa, prendendo 261 campioni dell’acqua del nostro mare. Il risultato è davvero disastroso: batteri e plastiche stanno inquinando il nostro mare. Forse i risultati di quest’anno dell’imbarcazione di Legambiente sono tra i peggiori di sempre. Il 48% dei campioni è risultato inquinante. È un bilancio critico, con quasi l’8% in più rispetto allo scorso anno. Di questo dato solo il 9% supera di poco il limite di legge, ma il 39% arriva a superare più del doppio consentito. La Sicilia ha il triste primato dei campioni (21) risultati inquinati. A seguire la Campania (20) e il Lazio (17) che però, a differenza della Sicilia, hanno molti meno Km da monitorare. Il problema maggiore, secondo Legambiente, è la cattiva depurazione. «Bisogna completare gli impianti e fare gli adeguamenti tecnologici di quelli esistenti – osserva Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente – e su questo punto incombe sull’Italia una multa europea da inizio 2018 di 30 milioni di euro ogni sei mesi. Quindi l’urgenza oltre che ambientale e anche economica».

«Il 95% dei rifiuti che si trovano in galleggiamento nei mari italiani è formato da plastica. – afferma Serena Carpentieri, vicedirettrice Legambiente – La stessa cosa riguarda le spiagge dove abbiamo trovato una media di quattro rifiuti ogni passo. Quest’anno abbiamo già presentato esposti alle diverse Capitanerie di porto nelle regioni interessate segnalando 45 località fortemente inquinate». La denuncia dell’associazione fa leva sulla legge 68/2015, che ha inserito i reati ambientali nel codice penale.

Il 57% delle analisi sono state effettuate alle foci dei fiumi, dei canali, dei corsi d’acqua e di scarichi sospetti e di altri punti critici: su 149 foci monitorate, 106 (il 71%) sono risultate “fortemente inquinate” (il 61%) e “inquinate” (il 10%).

Il 43% dei punti campionati sono, invece, spiagge.

Goletta Verde ha monitorato 78 spiagge, trovando in media 620 rifiuti ogni 100 metri. Inoltre nonostante la cartellonistica informativa sia obbligatoria ormai da anni per i comuni, la carenza di informazione ai cittadini riguarda anche i punti ufficialmente interdetti alla balneazione. I tecnici di Goletta Verde hanno trovato un unico punto – sugli 8 ufficialmente interdetti alla balneazione – con un cartello che segnala la criticità dell’area.

Nelle aree balneabili è previsto, inoltre, per legge, un cartello informativo sulla qualità delle acque: ebbene, su 132 punti campionati in acque definite “balneabili”, nell’89% dei casi (118 punti) questo cartello non c’era.

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