Speculazioni sobrietà e convenienza

L’attuale crisi del prezzo delle materie prime ci consente di fare alcune riflessioni sul nostro modello di sviluppo. Innanzitutto ci fa vedere su scala globale, e non solo per alcuni Paesi, come era avvenuto nel recente passato (dall’Argentina al Messico), la grande capacità che hanno le speculazioni finanziarie di influenzare la vita quotidiana delle famiglie, un’influenza che quasi sempre è negativa. Nessuno nega che la finanza oggi svolga un ruolo indispensabile nelle moderne economie di mercato. Molti dubbi sorgono invece sul ruolo civilizzante delle speculazioni finanziarie soprattutto quando queste si riversano (anche per la crisi dei mutui americani) sulle materie prime, che sono alla base di tutti i prezzi, dal pane alla benzina. Come agisce in questo caso la speculazione? Segue la stessa logica delle navi che rallentano la corsa, i petrolieri che estraggono più lentamente, le compagnie di raffineria che ritardano i lavori, semplicemente perché sanno che se vendono la loro merce una settimana più tardi il prezzo di vendita nel frattempo sarà aumentato. La speculazione finanziaria non fa altro che amplificare questa logica opportunistica con l’effetto che oggi paghiamo il petrolio almeno 50 dollari al barile in più rispetto al prezzo che risulterebbe dal normale gioco della domanda e offerta. Siamo in presenza, cioè, di una classica bolla speculativa, che nessuno sa quando esploderà (personalmente, credo presto!). Che fare? Sono tante le ricette. Qui voglio solo proporre una riflessione. Alcuni pionieri (individui, istituzioni, imprese) tempo fa hanno fatto, per ragioni etiche, scelte economiche controcorrente: consumo etico e sobrio, investimenti in titoli eco-sostenibili, raccolta differenziata, energie alternative, stili di vita vegetariani, ecc. Fino a tempi recenti, tali scelte sembravano soltanto opzioni etiche, non convenienti dal punto di vista economico e da non incentivare su larga scala. L’attuale crisi e, soprattutto, quella che si prospetta stanno rendendo tali scelte etiche anche più convenienti: chi ieri ha fatto propri quegli stili di vita e di consumo etici oggi è avvantaggiato dal punto di vista economico. È accaduto molte volte nel corso dell’evoluzione che un cambiamento ambientale abbia fatto estinguere specie forti e numerose, facendone emergere altre. L’attuale crisi economica e climatica può dunque favorire l’affermarsi di stili di vita e modelli di sviluppo più rispettosi della persona e della natura.

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