Spadaro: Francesco è un grande leader morale per tutti

Un commento del direttore della rivista Civiltà cattolica: «Il pontefice ha abbattuto muri e costruito ponti, mettendo Cristo e il Vangelo al centro della Chiesa, e proclamando un messaggio che non è solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini di buona volontà»
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Cosa si può dire, dopo tre anni di pontificato, di Papa Francesco? Non ha dubbi, Antonio Spadaro, direttore della rivista Civiltà cattolica. Papa Francesco è un grande leader morale mondiale.

 

«In questi tre anni – sottolinea Spadaro a margine della presentazione del libro "L'amore prima del mondo", in cui il pontefice risponde alle domande di bambini di tutto il mondo – papa Francesco ha voluto abbattere muri e costruire ponti, in maniera simbolica, ma anche in maniera reale, effettiva, contribuendo anche ad una visione diversa del mondo, cioè ad una "geopolitica della misericordia"».

 

Una linea di riforma che interessa anche la Chiesa. «Con riforma della Chiesa – sottolinea però Spadaro, parlando con i giornalisti – non intendiamo una politica puramente velleitaria o astratta, ma un lento processo che sta andando avanti: ci sarà ancora tempo per uno sviluppo di questo processo, in cui mettere ciò che è più essenziale al centro della Chiesa, cioè Cristo. Il papa non vuole essere un rivoluzionario, perché sa che la vera cosa rivoluzionaria che esiste è il Vangelo. Mettendo Cristo al centro della Chiesa tutto può cambiare. Il suo messaggio, in questo modo, non è solo per i cristiani, ma è davvero per tutti gli uomini di buona volontà. Si comprende insomma dopo questi tre anni che papa Francesco è un grande leader morale del mondo».

 

Questi tre anni di pontificato di papa Francesco, aggiunge Spadaro, «stati molto impegnativi per lui, per la Chiesa stessa, perché il papa ha avviato un processo. Un processo aperto, ancora in corso, in cui Cristo è sempre più al centro e vengono sempre meno gli aspetti più esteriori o più imperiali, in cui in qualche modo la figura del pontefice è stato rivestito nel tempo. Questa semplicità, questa immediatezza, è la cifra del suo pontificato, e quello che gli permette anche di venire in contatto diretto con le ferite aperte dell'uomo».

 

(Sullo stesso argomento leggi anche: "Francesco, tre anni di passione", di Michele Zanzucchi)

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