Slot Mob fa tappa a Bari

Continuano le iniziative contro il gioco d’azzardo, ma serve una cultura solidale e più dialogo tra associazioni, cittadini e istituzioni
Manifestazione di Slot Mob a Bari

«Il terzo settore deve diventare il modo di essere della società», sostiene Attilio Simeone, coordinatore nazionale di “Insieme contro l’azzardo”, intervenuto giovedì 16 gennaio allo Slot Mob di Bari per sensibilizzare la società e le istituzioni sulla necessità di una regolamentazione delle aperture delle sale gioco nella città e sulle concessioni per video lottery e slot machine nei bar.

«Oggi abbiamo raggiunto una coscienza sociale e politica più matura rispetto al ’99 – prosegue l’avvocato Simeone –; dal 2011 c’è meno ostilità anche da parte delle istituzioni, per una piaga sociale che affligge i più deboli, che cercano nel gioco d’azzardo una chance per uscire da situazioni economiche precarie finendo in condizioni psicologiche disastrose. Nel ’98 e ’99 c’è stato un consumo di gioco d’azzardo pari a 7 miliardi, oggi siamo arrivati a 100 miliardi di euro. Tra gioco lecito e illecito si stima un consumo di 120 miliardi con un aumento del 20 per cento da considerare per il consumato nel 2012. Nell’anno 2013 sempre in Italia sono stati raggiunti 3 miliardi e 900 milioni di euro di consumo, più una quota pari al 20 per cento di gioco online. In Puglia nello stesso anno il gioco d’azzardo ha prodotto un consumo pari a 4 miliardi e solo a Bari è pari a 1,6 miliardi. Nell’ultimo anno, la città pugliese in cui è aumentata la percentuale di consumi è stata Taranto, con una crescita del 35 per cento, dato che rimanda immediatamente alla probabilità che i nuovi giocatori siano i lavoratori licenziati e cassa integrati dell’Ilva».

In Italia manca una regolamentazione del gioco d’azzardo e del gioco online. Mentre a livello europeo la legislazione è chiara e definita, l’Italia stenta a recepire le direttive e con la liberalizzazione ha aumentato l’investimento in questo settore. Lo Stato italiano si limita a riportare l’attenzione alla responsabilità del consumatore, senza considerare che i giocatori sono psicologicamente coinvolti e non sono in grado di autogestirsi responsabilmente. È necessario regolamentare le concessioni per le aperture e gli orari di accesso alle sale. Un sistema valido e già esistente consisterebbe nella registrazione degli utenti tramite codice fiscale, per monitorare l’identità dei fruitori e la frequenza di accesso al gioco.

«La Puglia ha ottenuto l’approvazione di una legge regionale contro il gioco d’azzardo il 5 dicembre 2013, sostenuta da una linea culturale che ha visto l’approvazione all’unanimità con l’appoggio importante della Chiesa nella persona del vescovo monsignor Francesco Cacucci – racconta Simeone, anche consulente della Consulta nazionale antiusura –. Tuttavia, mentre i negozi chiudono uno dopo l’altro, le sale gioco aumentano». Infatti la Regione ha dichiarato in questi mesi che vuole fare chiarezza anche sui negozi “Compo Oro”. Si sospetta che tra l’apertura di una sala gioco e un negozio “Compro Oro” ci sia un usuraio. A dimostrazione di questo c’è il dato del calo delle denunce per usura, poiché ormai la rete illegale si è infittita ed è costituita da rapporti di vicinato che non possono essere intaccati.

Lo Slot Mob di Bari, iniziato davanti al Palazzo Ateneo della città e conclusosi convivialmente nel Book bar di via Principe Amedeo dopo una manifestazione per le vie della città, ha voluto attirare ancora di più l’attenzione della società e delle istituzioni, in quanto – specialmente queste ultime – sono quasi del tutto assenti nel dialogo istituzionale. Alla manifestazione barese ha partecipato, oltre al Comitato promotore “Insieme contro l’azzardo”, anche il preside Giuseppe Capozza dell’Istituto Marconi – San Cataldo, che insieme alle scuole Carlo Levi e I.I.S.S. Vivante-Pitagora di Bari ha realizzato un progetto con i fondi regionali per la sensibilizzazione dei ragazzi sulle conseguenze del gioco d’azzardo.

In tre diversi quartieri di Bari, con questo progetto, sono state raccolte 1.500 firme per chiedere al Comune di non rilasciare l’autorizzazione dell’apertura di una sala giochi nel quartiere dove sorge la scuola, che in seguito è stata aperta con la scusante di inserirvi solo macchine per il poker texano (gioco sportivo e non d’azzardo), che in realtà qualche settimana dopo è diventato anch’esso d’azzardo. Presenti allo Slot Mob anche alcuni rappresentanti dell’associazione Igino Giordani di Bari, altri componenti del SerT (Servizi per le Tossicodipendenze) di Bari, il regista Fabio Leli e Carmen Cafarella, che stanno curando la produzione di un documentario a Bari sulle iniziative di Slot Mob. A metà febbraio a Bari è previsto, inoltre, un convegno sul gioco d’azzardo.

La fondazione antiusura di Bari oggi sta curando circa una trentina di casi di persone vittime del gioco d’azzardo. In Italia ci sono ad oggi 28 fondazioni per il contrasto all’usura e al gioco d’azzardo con 400 centri d’ascolto, secondo i quali è possibile sapere che dal ’99 su 10 casi di usura 4,6 hanno come matrice il gioco d’azzardo.

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