Se Davide batte Golia

A Libreville, in Gabon, lo Zambia vince ai rigori. Il cerchio si chiude nello stesso luogo dove, diciannove anni fa, tutto si era dolorosamente aperto.
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La Costa d’Avorio è considerata attualmente la nazionale di calcio più forte del continente africano. Si tratta di una squadra composta quasi interamente da giocatori che militano in club europei, tra le cui fila vi sono calciatori esperti e dotati di talento come Didier Drogba, stella del Chelsea, o come i fratelli Yaya e Kolo Tourè, entrambi del Manchester City. 

Indicati da tutti come i principali favoriti per la vittoria finale, gli “elefanti” (così ribattezzati perché in Costa d'Avorio un tempo vi erano migliaia di elefanti e si facevano affari d'oro proprio con il commercio dell'avorio), sono arrivati a disputare la finale della Coppa d’Africa 2012 dopo aver battuto nel girone eliminatorio Sudan (1-0), Burkina Faso (2-0) e Angola (2-0), e dopo aver eliminato la Guinea Equatoriale nei quarti di finale (3-0) e il Mali in semifinale (1-0): cinque vittorie in altrettante partite, nove gol fatti e zero subiti, un ruolino di marcia in linea con le attese della vigilia.

Lo Zambia, invece, si è trovato a giocare questa finale del tutto inaspettatamente. I suoi giocatori non sono certo stelle del panorama calcistico internazionale, quasi tutti giocano in squadre di club africani, e solo il ventunenne Emmanuel Mayuka gode di una certa notorietà quale centravanti della squadra svizzera degli Young Boys di Berna. Dopo il successo nella partita d’esordio contro il Senegal (2-1), e il pareggio contro la Libia (2-2), i “Chipolopolo” (soprannome che vuol dire “proiettili di rame”, elemento che caratterizza il sottosuolo del Paese), si sono qualificati tra lo stupore generale per il turno successivo battendo la Guinea Equatoriale (1-0).

Dopo aver superato nei quarti di finale il Sudan (3-0), in semifinale i giocatori dello Zambia si sono poi resi protagonisti di un piccolo capolavoro: opposti alla quotata formazione del Ghana, hanno staccato il biglietto per la finalissima imponendosi di misura con il punteggio finale di 1-0.

Quando domenica sera è andato in scena l’atto conclusivo della ventottesima edizione della Coppa d’Africa di calcio disputato a Libreville, in Gabon, il Paese che insieme alla Guinea Equatoriale ha ospitato dal 21 gennaio questa manifestazione, la partita, almeno sulla carta, non avrebbe dovuto regalare troppe sorprese. Troppo grande il divario tecnico tra le due formazioni, basti pensare che a inizio torneo lo Zambia non era neanche inserito tra le squadre su cui si poteva scommettere per il successo finale, essendo inclusa nella categoria “Altro”, normalmente riservata alle squadre in assoluto meno favorite.

La corazzata ivoriana appariva una montagna davvero troppo ardua da scalare per i giocatori dello Zambia, che però in campo sono stati animati da un entusiasmo e una forza speciale che viene da lontano.

Fu proprio a Libreville che il 27 aprile del 1993 il Paese dell’Africa centro-meridionale visse un pomeriggio drammatico che è ancora ben scolpito nei ricordi degli abitanti di questo Paese in cui la maggior parte della popolazione, oltre il 70%, vive sotto la soglia di povertà. Sorvolando questa città, infatti, l’aereo militare che trasportava la nazionale dello Zambia si inabissò nelle acque dell’Oceano Atlantico a seguito di un problema al motore. Morirono tutti: 18 giocatori e 12 membri dello staff.

Una tragedia spaventosa, simile a quelle a suo tempo toccate al grande Torino o al Manchester. Nei giorni scorsi i Chipolopolo hanno rivisitato il luogo di quell’incidente, hanno deposto fiori e pregato. E, nei loro cuori, hanno sperato di poter dedicare ai loro caduti un importante successo sportivo. «Uno degli obiettivi che avevamo in mente era di tornare in questo luogo per onorare la loro memoria – ha dichiarato l’allenatore francese Hervé Renard alla vigilia della partita -. I giocatori sono stati grandissimi, sono riusciti ad arrivare in finale, meritatamente. Ora per completare l’opera dobbiamo portare a casa la Coppa d’Africa, per noi vincere qui rappresenterebbe un fatto simbolicamente molto importante».

E così è stato. Domenica, a Libreville, dopo un match interminabile e ricco di emozioni, lo Zambia ha battuto la Costa d’Avorio ai calci di rigore (8-7). Domenica, a Libreville, è terminata una cavalcata trionfale che ha infiammato e commosso tutto lo Zambia. Domenica, a Libreville, è stata scritta un’indimenticabile pagina di sport. Dove, come talvolta accade, Davide può anche battere Golia.

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