Sci alpino

Fantastico weekend per gli azzurri in Coppa del Mondo: vittorie da venerdì a domenica con Christof Innerhofer, Matteo Marsaglia, Davide Simoncelli
Sci alpino

Settecentodiciassette. Tanti sono i chilometri che separano Roma da Brunico, la città dalla montagna, le meraviglie dell’arte dallo splendore della natura. Differenze geografiche, ambientali, culturali: due realtà agli antipodi, ma – per una volta – unite da un destino comune, di successo. Un filo rosso che ha portato le due città – distanti appunto 717 chilometri – ad attraversare l’oceano per sbarcare idealmente a Beaver Creek, Colorado, terra di sci e scarponi, di seggiovie e chalet, di porte rosse e blu. Qui, sulla mitica Birds of Prey (pista fra le più famose al mondo), un altoatesino dallo spirito mediterraneo e un romano emigrato in Val di Susa hanno regalato allo sport italiano una fantastica doppietta.

Un weekend di Coppa del Mondo nel segno dell’azzurro, iniziato venerdì con Christof Innerhofer, proseguito sabato con Matteo Marsaglia e conclusosi domenica con Davide Simoncelli. Non ce ne voglia il gigantista di Rovereto, tornato sul podio (terzo posto) a quasi tre anni di distanza dall’ultima volta e vittima – lo scorso 24 giugno – di una paurosa caduta in allenamento che ha rischiato di porre fine alla sua carriera, ma l’uno-due messo a segno dai nostri uomini jet ha dell’incredibile, non fosse altro perché giunto quantomeno a sorpresa.

Innerhofer, va detto, è un campione fatto e finito, già altre sette volte sul podio di Coppa del Mondo (con quattro successi complessivi) e – soprattutto – vincitore della medaglia d’oro in supergigante ai Mondiali di Garmisch 2011, manifestazione nella quale conquistò anche l’argento in supercombinata e il bronzo in discesa libera (guadagnandosi il soprannome di Winnerhofer). Nell’ultima stagione, però, lo sciatore altoatesino aveva dovuto fare i conti con una serie di problemi che ne avevano minato il fisico e – di riflesso – la mente. Le numerose certezze costruite negli anni e consolidatesi a suon di risultati parevano affievolirsi, smussate da continui infortuni che – seppur costituiscano quasi una prassi nello sci alpino – erano difficili da accettare. Affacciatosi alla nuova stagione con qualche dubbio di troppo, Christof non ha però smesso di crederci, forte di un carattere vincente, come il suo soprannome. Winnerhofer, così, è tornato prima del previsto: trionfo nella discesa di Beaver Creek davanti al norvegese Svindal, leader di Coppa del Mondo e superfavorito della vigilia. Allo sci azzurro, e al circo bianco mondiale, erano mancate la simpatia e l’esuberanza del quasi 28enne di Brunico, il cui primo pensiero è andato ai medici che l’hanno aiutato a tornare in alto. A tornare un winner.

Chi invece ha assaporato per la prima volta il dolce sapore del trionfo è Matteo Marsaglia. Nome e cognome al cento per cento italici (cosa non troppo comune nello sci alpino azzurro), il vincitore del super G di Beaver Creek è infatti nato e cresciuto a Roma, dove la neve non è certo di casa. Figlio di un maestro di sci e nipote di un ingegnere edile di stanza in Val di Susa, all’età di 14 anni Matteo si trasferisce a San Sicario, località che alle Olimpiadi di Torino 2006 ospitò le gare di bob, slittino, skeleton, biathlon e sci alpino femminile. In un contesto così, e con una mamma ex tennista di buon livello, fare sport diventa normale, e tentare la carriera agonistica è la naturale conseguenza.

L’ascesa di Marsaglia (fratello d’arte: sua sorella Francesca fa parte della Nazionale femminile di sci alpino) è però rallentata da una lunga serie di infortuni: dall’esordio nel circuito maggiore del febbraio 2008 all’exploit di sabato in super G, infatti, gli stop sono tanti e i brutti pensieri ancor di più. Solo una sconfinata passione per la sua disciplina riporta Matteo sulla traiettoria giusta, talmente giusta da infliggere il secondo dispiacere consecutivo a mister Svindal, fermatosi ancora una volta alla piazza d’onore. A fine gara, la dedica ai genitori è naturale («Grazie a mio padre, che non ha mai interferito nella mia carriera, e a mia madre, sacrificatasi sempre per noi fratelli»), così come il suo sorriso acqua e sapone. Sapone di… Marsaglia.

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