Sanctuary cities, dove si proteggono gli immigrati

New York, San Francisco, Los Angeles, Seattle, Chicago sono alcune tra le 500 città statunitensi che si definiscono santuari, cioè luoghi protetti dove gli immigrati giunti negli Usa senza documenti o che vi sono rimasti allo scadere del visto, non sono soggetti a espulsione

Hanno leggi e ordinanze che non consentono alla polizia locale di collaborare con gli agenti dell’ufficio immigrazione, riguardo allo status di un immigrato, tranne se quest’ultimo si è reso colpevole di reati. New York, San Francisco, Los Angeles, Seattle, Chicago sono alcune tra le 500 città statunitensi che si definiscono sanctuary, santuari, cioè luoghi protetti dove gli immigrati giunti negli Usa senza documenti o che vi sono rimasti allo scadere del visto, non sono soggetti a espulsione. In settembre anche la California ha deciso di seguire le orme di Colorado, Connecticut e New Mexico. Dietro questa scelta ci sono forti ragioni economiche poiché nella regione vivono circa 3 degli 11 milioni di illegali del Paese: sono nei fatti la manovalanza delle multinazionali del cibo. Questi immigrati, negli anni, sono diventati proprietari di piccole aziende, lavorano nelle fabbriche e negli ospedali, pagano le tasse, affittano e comprano case e hanno figli che sono di fatto cittadini americani. L’inasprimento delle politiche migratorie sta creando una grave lacerazione: il presidente Trump, 5 giorni dopo la sua elezione, ha firmato un ordine esecutivo che taglia i fondi federali alle città-santuario e ha chiesto che ogni settimana il Dipartimento di sicurezza pubblichi l’elenco dei crimini commessi da immigrati in queste comunità. I numeri gli danno torto: secondo il Center for American Progress, crimini e povertà sono più bassi nelle città-santuario. Ma quella lista accresce la paura e giustifica le espulsioni, aumentate del 37,6% rispetto allo scorso anno. Purtroppo alcune norme al riguardo sono discutibili, poiché, ad esempio, rischia l’espulsione anche chi 15 anni fa è stato sorpreso ubriaco alla guida, senza tener conto di un percorso riabilitativo, o chi, senza aver ancora ricevuto una condanna dal tribunale, viene arrestato perché senza documenti validi.

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