Sacerdoti e frontiere

A Roma dal 9 all’11giugno, una serie di manifestazioni a conclusione dell’Anno sacerdotale, con testimonianze di religiosi. Storie raccontate anche in un libro appena uscito per Città Nuova: "Preti di frontiera" di Michele Zanzucchi.
Sacerdoti oggi

“Sacerdoti oggi” è il titolo dell’evento che domani si svolgerà nell’Aula Paolo VI in Vaticano, nella due giorni di chiusura dell’Anno sacerdotale. Un evento che si comporrà di testimonianze e momenti artistici, per trovare risposte alle grandi sfide a cui sono chiamati oggi i preti sia dalla Chiesa che dalla società. Tra i protagonisti di questo momento, un sacerdote dell’Irlanda con la sua personale esperienza di fedeltà alla chiamata di Dio e i sopravvissuti all’assalto al seminario minore di Buta dal Burundi. 

 

Si parla di storie di sacerdoti anche nell’ultimo libro di Michele Zanzucchi pubblicato per l’editrice Città Nuova, Preti di frontiera. Tra le vicende narrate, quella del vietnamita padre Hieu che di seguito proponiamo.

 

«Nel centro diocesano di Bac Ninh, al Nord-Est di Hanoi, una trentina di chilometri appena, mi è dato di fare un incontro che non mi lascia indifferente. Avevo conosciuto anni fa il card. Nguyen Van Thuan, un grande della Chiesa vietnamita, un uomo dal coraggio straordinario che non ha esitato a marcire nelle prigioni del regime comunista pur di salvare e propagare la fede in Gesù, il Cristo abbandonato (…). Ora incontro un suo discepolo, che non ha lasciato il Paese, ma vi ha vissuto in piena coscienza e a suo rischio. Padre Giuse Nguyen Duc Hieu, semplicemente padre Hieu (…).

 

«La storia di padre Hieu è a tinte forti: «Nel 1954 – mi racconta, come se stesse raccontando la vicenda di una terza persona – ero giovanissimo, essendo nato nel 1947. Nell’anno della liberazione dai francesi, gran parte dei cattolici nord-vietnamiti scelsero di emigrare verso Sud, dove ancora il potere era in mano ai filo-occidentali. Erano anni in cui, però, il governo comunista non aveva ancora la forza di annientare la Chiesa cattolica (…). Fu in quel periodo di transizione che entrai in seminario. Poi, nel 1960, il governo li chiuse tutti e così me ne dovetti ritornare a casa, nel mio villaggio di Ngo Khe, nella mia famiglia.

 

«Ma non volevo mollare: come studiare per diventare preti? Di nascosto dalle autorità in alcuni seminaristi ci recavamo dal vescovo, e così bene o male fui formato. Nel 1963 (…), fu così possibile ordinare qualche prete, anche se in gran segreto. Fui tra questi eletti, nel 1974. Tutti noi, però, abbiamo dovuto lavorare nella clandestinità, fino al 1994, quando il governo concesse che una buona parte di noi clandestini frequentassero il seminario, per poi essere ordinati ufficialmente come sacerdoti. Io fui escluso da quel gruppo. Così, solo nel 2007 sono stato registrato dal governo come prete cattolico» (…).

 

«Nella vita di padre Hieu il 1985 è una data importante: «Fui chiamato dal governo ad incontrare Gesù Cristo in prigione». Dice proprio così. E continua: «In carcere ho potuto incontrare tanti altri preti, coi quali è cresciuta una straordinaria amicizia spirituale, una vera fraternità, che nessuno potrà ormai più cancellare. Avevamo in precedenza un altro punto di vista del nostro “nemico comunista”: ora ce l’avevamo di fronte, e scoprimmo che, sia che fossero prigionieri sia che fossero secondini erano uomini in carne e ossa, persone che avevano una loro anima e loro esigenze umane e spirituali.

 

«In prigione ero solidale con tutta questa gente. Tra l’altro, le condizioni di prigionia erano migliori di qualche anno prima, quelli della prigionia di Van Thuan per intenderci, e quindi veniva tollerato che celebrassimo la messa quotidianamente: erano gli stessi aguzzini, alcuni dei quali si convertirono, che ci procuravano il pane e il vino necessari per la celebrazione» (…).

 

«Chiedo infine a padre Hieu quali sogni abbia per sé, per la comunità cattolica e per l’intera società vietnamita. Mi risponde categorico: «Il mio sogno è unico: che tutti possano essere uno in Dio. Se si arriverà a questo, ogni problema verrà risolto. Questo vale per il mio cuore, per la Chiesa, per l’intera umanità che si trova a vivere in questo spicchio di Terra».

 

 

(Michele Zanzucchi, "Clandestino per il Vangelo. Vietnam, Bac Ninh" in Preti di frontiera, Città Nuova 2010)

 

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