Roma. Preghiere e rintocchi per il clima

La Conferenza Onu muove la coscienza dei cristiani

Mentre si alternano speranze a scetticismo in relazione al vertice di Copenhagen sul cambiamento climatico, cresce la consapevolezza del legame esistente tra ambiente, malattie, guerra, fame e povertà. L’urgenza dei temi in questione, più che il clamore obbligato di appuntamenti largamente seguiti dai media, ha mosso la Famiglia francescana del Lazio, l’ufficio internazionale di Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato dei frati minori, assieme all’associazione culturale Greenaccord, ad organizzare una veglia di preghiera la sera del 12 dicembre a Roma con esplicito riferimento alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si sta svolgendo a Copenhagen.

Crescono intanto le adesioni all’appello lanciato dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek) e dal Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) per “350 rintocchi per il clima”: una lunga, simbolica, catena di rintocchi e preghiere che passando da tutto il mondo si estendano, domenica 13 dicembre 2009, dalle Isole Fiji nel sud Pacifico, la prima regione dove sorge il sole e dove gli effetti del mutamento climatico si fanno già sentire, fino all’Europa settentrionale. 350 rintocchi di campana come un monito e una sveglia alla coscienza mondiale. 350 è un valore simbolico perché rimanda alle parti per milione che rappresentano la soglia massima di sicurezza nelle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. La Caritas internationalis ha infine prodotto e messo a disposizione un manuale di approfondimento, denominato “Giustizia climatica: alla ricerca di un’etica globale” che intende favorire un nuovo approccio all’emergenza ambientale, sfidando gli attuali modelli di sviluppo e consumo.

 

(CC_Città_nuova_Italia_2009/12/10)

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