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nuova umanità - 2025/01 N. 251

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Con il numero 251 Nuova Umanità cambia grafica, redazione e impostazione, dando avvio a una nuova fase culturale. Più voci, più leggibilità e una rinnovata fedeltà alla cultura dell’unità animano articoli su guerre, fede, educazione e spiritualità.

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Il numero 251 di Nuova Umanità segna una vera e propria nuova fase della rivista. Cambia la grafica, si rinnova la redazione, evolve la periodicità e si ridefinisce l’impostazione culturale. Inizia così un percorso che punta a moltiplicare gli sguardi, offrendo uno strumento agile e multidisciplinare per leggere il nostro tempo. La nuova veste grafica, più luminosa e accessibile, si accompagna a una visione editoriale che pone al centro la cultura dell’unità, rinnovata ma fedele alle radici. Un editoriale corale, intitolato Continuare a generare, racconta con trasparenza e visione le ragioni e le novità di questo cambiamento.

Il nuovo direttore Bernhard Callebaut, sociologo e docente all’Istituto Sophia, firma l’editoriale di apertura. Con uno stile appassionato e profondo, invita a resistere alla rassegnazione e a generare speranza, riconoscendo nella pluralità e nella differenza i luoghi vitali di una nuova umanità. La sua riflessione si muove tra memoria e futuro, citando Etty Hillesum, Jean-Louis Nahimana e papa Francesco.

Nella sezione “Leggere il mondo”, Pasquale Ferrara offre un’analisi lucida dei principali conflitti internazionali in corso, smascherando narrazioni semplificate e proponendo una “politica della pace” come paradigma alternativo. I suoi contributi si distinguono per l’ampiezza dello sguardo e per l’invito a immaginare scenari futuri radicalmente nuovi.

Luigino Bruni, nella sezione “Interpretare la cultura”, si interroga sul declino della cultura cattolica. Il suo saggio attraversa storia, economia e teologia per comprendere come la parola “Dio” sembri oggi assente dal vocabolario delle nuove generazioni e della società dei consumi. La sezione “Attraversare il quotidiano” propone due articoli densi di umanità: Flavia Caretta esplora la relazione terapeutica nella cura del dolore, mentre Patrizia Bertoncello affronta con sensibilità il tema del bullismo, mostrando come la comunità educante possa contrastarlo in profondità.

Nel cuore della rivista troviamo Michel Bronzwaer e Gérard Rossé che, nella sezione “Alla fonte del carisma dell’unità”, rileggono rispettivamente l’opera e la visione spirituale di Chiara Lubich, restituendone la portata universale e l’originalità nella lettura biblica e teologica.

La sezione “In cammino con la comunità cristiana” accoglie il contributo del cardinale Mario Grech sul dopo Sinodo e quello di Piero Coda sul processo sinodale come “road map” per il Terzo Millennio, chiamando la Chiesa a una riforma non solo spirituale ma anche strutturale. Infine, nelle pagine dedicate alle “Radici”, Giuseppe Maria Zanghì – figura storica della rivista – viene omaggiato a dieci anni dalla scomparsa, mentre Tommaso Bertolasi riflette con coraggio sul ruolo dei giovani nella Chiesa e nella società. Bernhard Callebaut e Giuseppe Milan chiudono il numero con riflessioni su libertà, educazione e responsabilità.

Questo numero di Nuova Umanità segna l’inizio di un nuovo ciclo, che promette di essere intenso, plurale e profondamente radicato nella visione profetica di una cultura che genera, ascolta e unisce. Buona lettura!

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