Guarire dentro per dominare le paure

Intervista a Marie Josephine Ngangmo, imprenditrice camerunense, che ha fondato una piattaforma a sostegno dei genitori single. Un fenomeno crescente nella società africana
Marie Josephine Ngangmo

L’aumento di numero dei genitori single è considerato una tendenza della società africana contemporanea che riflette trasformazioni sociali e politiche. Deriva da vari fattori: vedovanza, gravidanze extra-matrimoniali, divorzi, separazioni. È particolarmente preoccupante il numero crescente di madri single con problemi di salute mentale e povertà economica. Marie Josephine Ngangmo, camerunense, coach, imprenditrice, è la fondatrice di Ikwia – I know who I am (Io so chi sono).

Perché Ikwia?

Ikwia è una piattaforma che offre sostegno emotivo e si concentra sull‘empowerment dei genitori single. In Camerun e non solo. Offrendo competenze pratiche e imprenditoriali per consentire loro di provvedere meglio alle loro famiglie, di cercare migliori opportunità e di acquisire nozioni legali sui propri diritti, per affrontare le numerose sfide che la genitorialità singola comporta. In generale, la società africana sta ancora lottando per integrare la famiglia monoparentale. Anche se oggi, rispetto a decenni fa, ci sono stati dei cambiamenti, i genitori che si trovano in questa situazione non fanno ancora pienamente parte della coscienza collettiva. C’è ancora un certo stigma che porta all’esclusione dalla società, a volte persino dalle nostre chiese e comunità.

Quanto è difficile crescere figli da soli?

Il fatto di dover svolgere il ruolo di padre e di madre allo stesso tempo è già abbastanza stressante per la persona. Se a questo si aggiungono lo stigma, il rifiuto e l’esclusione da parte della società, la sofferenza può diventare insopportabile. Gli amici ti abbandonano nel momento in cui hai più bisogno di sostegno: «Mio marito non vuole che ti frequenti più. Ha paura che tu mi influenzi». Me l’aveva detto la mia migliore amica! A volte anche i membri delle chiese locali ti discriminano! La pietà di alcuni è rivoltante, d’altra parte altri cercano di approfittarne perché la società non è al tuo fianco. Sono cresciuta in una famiglia in cui posso dire di aver visto un matrimonio perfetto. I miei genitori si amavano e si rispettavano. Questa era la mia normalità. Quando ho messo su una famiglia mia, era questo il tipo di famiglia che avevo in mente. A posteriori mi rendo conto che nelle famiglie africane, a volte, non prepariamo i nostri giovani al matrimonio. Tradizionalmente, come donna, penso che la tendenza è di addestrarci per essere casalinghe, non spose. Non può più funzionare! Con i mutamenti sociali in atto, è un richiamo ad integrare questo fatto. Quando mi sono sposata ero giovane, piena di vita, avevo appena concluso gli studi, con un ottimo lavoro. Non ci è voluto molto perché iniziassero i problemi, ad un certo punto ho persino temuto per la mia vita. Il mio ex marito se n’è andato 15 anni fa e da allora vivo da sola con le mie tre figlie. Non è stata una scelta.

Come è nata Ikwia?

In seguito ad una serie di eventi molto difficili, un periodo durissimo per me, sono stata vittima di una grave ingiustizia, ho perso il mio lavoro, sono finita pure in prigione, mi sentivo schiacciata. Questo momento tanto deprimente è stato un punto di svolta. Ho capito che dovevo fare una scelta radicale: abbracciare pienamente la mia situazione e andare avanti per il bene delle mie figlie. Volevo che ricordassero la loro mamma come una donna resiliente, combattiva e coraggiosa, questo era un nuovo inizio per me. Ikwia – I know who I am è stata una conseguenza. So chi sono perché Dio mi ha creata per un suo disegno. Ho iniziato a guardarmi intorno, era come se la sofferenza degli altri mi “attirasse”, era una trasformazione. Ho capito che potevo condividere le mie esperienze di resilienza, della grazia di Dio nella mia vita e delle infinite possibilità che la vita offre. Ho iniziato a sognare: vedere madri e padri single che non piangono più per se stessi, che non vivono più con il dolore e il risentimento, ma che iniziano un viaggio verso la guarigione, il perdono; madri che hanno superato la vergogna, madri che si alzano ogni mattina non per chiedere elemosine, ma per lavorare per i loro figli; donne che hanno messo da parte il loro cappello da vittima e abbracciano il loro potenziale per servire, avere un impatto dove vivono.

Cosa significa accompagnare queste donne sole?

La prima edizione della conferenza Ikwia, tenutasi a Yaoundé il 24 giugno scorso, aveva come tema: “Ristabilite per dominare”. Un titolo che potrebbe sorprendere. Il pensiero filosofico alla base è: come possiamo crescere dei figli se siamo distrutti dentro? Come possiamo avere un impatto sulla nostra società se non siamo guariti? Abbiamo bisogno di guarigione, per dominare. Ma deve essere inteso nel modo giusto: come si fa a dominare? C’è un segreto: servire! «Chi vuole diventare grande tra voi deve farsi servo di tutti» (Mt 20,26). Imparare a servire ci rende sani, servire le nostre famiglie e la nostra società ci fa superare e dominare le nostre paure, e rivendicare il nostro posto nella società che tende a escludere, discriminare e stigmatizzare.

Il suo pensiero finale?

Le statistiche parlano chiaro: queste famiglie sono una realtà nelle nostre grandi città. È vero che la Chiesa ha iniziato ad aprirsi, ma nelle nostre chiese locali non ci siamo ancora. Bisogna partire dalla base, dalle piccole comunità cristiane locali. Direi di iniziare dal’ascolto delle storie di vita vera e esperienze reali delle persone. Altrimenti, diamo giudizi severi senza capire i problemi, è un peccato. Se non c’è apertura, la comunità si priva di tanti talenti, delle risorse umane che possono giovare all’intera comunità. Ma credo che il nostro approccio possa consentire a ogni membro di una comunità di svolgere un ruolo nella costruzione della Chiesa e della società.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons