Riportare Gesù nel Natale

Da Living City, il racconto di come questa iniziativa è vissuta dai bambini degli Stati Uniti
gesù bambino

Alcuni anni fa la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich, vedendo le luminarie e le vetrine natalizie in una grande città, ebbe ad affermare: «Il nostro mondo ricco ha rubato la bellezza del Natale, e ha sloggiato Gesù. Se nascessi di nuovo, farei di tutto per cambiare tutto questo: preparerei i più bei biglietti natalizi e delle statuine di Gesù bambino per ricordare ad ognuno che questa è la festa della sua nascita!». Così i bambini dei Focolari si sono chiesti: perché non farlo noi? E negli anni scorsi hanno portato Gesù bambino nei centri commerciali e nelle piazze di tutto il mondo, dal Messico, al Giappone, e persino a Betlemme davanti alla basilica dell’Annunciazione.

 

Non sempre è stato facile: a volte faceva freddo, pioveva o nevicava, oppure la gente non li guardava nemmeno. Ma non si sono scoraggiati. A Vancouver non tutti hanno approvato la loro presenza alla stazione degli autotrasporti, ma hanno continuato ad offrire le statuine di Gesù bambino ai passanti sorridendo. A San Antonio (Texas) sono stati invitati a presentare l’iniziativa a Radio Guadalupe: ecco uno stralcio del loro intervento.

 

«Costruiamo dei piccoli Gesù bambino di gesso e li vendiamo, così che tutti capiscano il vero significato del Natale. Poi diamo tutti i soldi ai poveri».

 

Vi piace farlo?

«Sì, perché lo facciamo con amore e ne andiamo molto fieri».

 

E anche alla gente piace?

«Oh, certo! Quando andiamo nelle chiese, tutti li comprano. Per strada è diverso: quando siamo andati a Riverwalk e in centro a Houston non è stato facile. Ma hanno portato i gesù bambino anche a Rockefeller Plaza a New York, dove c’è il grande albero di Natale, e molte persone sono state contente».

 

Quando la gente se ne va, vi scoraggiate?

«Beh, facciamo prima il patto di amare ciascuna persona anche se non compra. Continuiamo a sorridere lo stesso, perché Gesù bambino è venuto a portare l’amore».

 

 

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