Responsabilità per il Creato

The struggle to overcome the clash of evolutionary thought and creationism, at the same time as affirming the anthropic principle within a scientific view of the cosmos, is bringing about a totally new situation where scientific and technological progress have to be matched by genuine human development. The exercise of responsibility on a planetary scale demands that systematic theology be capable of offering its specific contribution in conversation with the world cultural context and expressly facing the issue of human responsibility for creation.
La teologia è oggi chiamata a dirsi in un contesto culturale caratterizzato dai saperi scientifici, che accreditano il paradigma evolutivo e parlano, in una maniera molto compatta, di evoluzione cosmo-biologica. La recente teoria del Big Bang induce addirittura a pensare ad un unico processo evolutivo, che abbraccia l’intero Universo, inteso come una uni-totalità-in-sviluppo, accreditando una freccia del tempo, generatrice di novità e di complessità1.

Se fino a non molto tempo fa la contrapposizione tra evoluzionismo e creazionismo poteva segnare lo spartiacque tra razionalità scientifica e fede religiosa, oggi la situazione appare notevolmente modificata. Senza voler parlare subito di una rivincita di Teilhard de Chardin, si deve prendere atto del fatto che la teologia post-conciliare sta cercando di coniugare in qualche misura l’affermazione di un Dio creatore – presente nel primo articolo del Credo della Chiesa – con la prospettiva evolutiva, il grande paradigma ermeneutico accreditato dalla moderna razionalità scientifica.

(per leggere l'intero articolo, e l'introduzione ad esso di Sergio Rondinara, scarica il PDF cliccando sull'icona)


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