Il radicalismo dolce di Flavia Franzoni

«Abbiamo vissuto insieme cielo e terra». Una testimonianza di fede e impegno sociale, condiviso in oltre 50 anni di matrimonio con Romano Prodi, della studiosa di politiche sociali dell’Università di Bologna scomparsa improvvisamente il 13 giugno sul sentiero francescano che collega Gubbio ad Assisi.
Foto Guido Calamosca/LaPresse 16-06-2023 Bologna, Italia - Cronaca Chiesa di San Giovanni in monte Funerale di Flavia Franzoni, moglie di Romano Prodi.

C’è un mistero nella vita di ogni persona, che resta unica e irripetibile. Nella partenza di Flavia Franzoni colpisce la pacatezza del saluto familiare, semplice e profondo, celebrato nella chiesa parrocchiale di Bologna; tra i canti della dimensione quotidiana della fede, con la fine dei giorni terreni avvenuta, come riportano le cronache, per l’insorgere di un malore improvviso, sotto un forte temporale, che ha colto i pellegrini sul tratto del sentiero francescano che va da Gubbio ad Assisi. “Perfetta letizia”, come si riporta nella storia sempre controcorrente di Francesco, non è fare grandi opere, anche giuste e sacrosante, ma saper trasformare il male in bene, come nel caso riportato da frate Leone dei fratelli bastonati ed esclusi dal convento dopo un lungo viaggio sotto la pioggia e il gelo.

Da economista Flavia Franzoni ha fatto la scelta di specializzarsi e dare un contributo importante nelle politiche sociali come docente della Facoltà di Scienze politiche dell’università di Bologna e direttrice dell’Istituto regionale di servizi sociali dell’Emilia Romagna. Aveva perciò idee molto forti orientate alla realizzazione della giustizia sociale. Dovremo perciò prestare attenzione alla passione di questo impegno assieme al fatto che ha condiviso per oltre 50 anni un sodalizio matrimoniale con Romano Prodi, tra le personalità italiane più note a livello internazionale per i suoi studi, oltre agli incarichi ricoperti di presidente del Consiglio e presidente del Commissione europea. Una forte esposizione mediatica che la coppia ha saputo gestire con naturalezza e sobrietà, aiutati dalla particolarità della bella città di Bologna e di una grande famiglia estesa di reggiani espatriati nel capoluogo felsineo. Terra di forti passioni politiche e rigorose scelte evangeliche. Così ha descritto tale legame con la città la stessa Franzoni nel libro “Insieme” scritto con Prodi: «Bologna significa sicurezza e assoluta naturalezza nei rapporti con le persone».

Come hanno testimoniato Celestina Antonacci e Fulvio De Giorgi, presidenti dell’associazione La Rosa Bianca, «Flavia Franzoni e Romano Prodi, con gli oltre cinquant’anni di matrimonio e una bella famiglia, ci hanno testimoniato come l’impegno politico possa naturalmente intrecciarsi, senza forzature, con scelte di vita e con valori forti, evangelici e democratici, così da costituire una trama esistenziale compatta e resistente, nella coerenza. Noi, nella Rosa Bianca, li abbiamo visti sempre così: una coppia molto unita, nella vita familiare, negli ideali socio-civili, nella politica. Ed è proprio questa la politica che ci piace e che ci manca. Ora ancora di più, con la scomparsa della signora Flavia».

Nelle parole di questa associazione, che porta il nome dei cristiani tedeschi resistenti al nazismo, si coglie un tratto distintivo e originale della vita di Flavia Franzoni: «fin dai tempi della Lega Democratica abbiamo avuto la testimonianza, semplice ma molto radicale, di coppie che condividevano, in modi certo diversi, un impegno civile, culturale e politico, che era individuale, ma in una nitida dimensione coniugale: ricordiamo i coniugi Scoppola, i coniugi Pedrazzi, i coniugi Gaiotti, i coniugi Giuntella. Flavia Franzoni e Romano Prodi continuavano questa prospettiva di vissuti esistenziali cristiani coniugali, democraticamente impegnati».

Il cardinal Zuppi durante l’omelia – Foto Guido Calamosca/LaPresse

Come ha ribadito nell’omelia della messa di saluto il cardinale di Bologna Matteo Zuppi, «in un mondo spesso sguaiato, di vanagloria, che riduce l’amore ad apparenze, Flavia preferiva la solida vicinanza e la delicatezza partendo proprio dai più fragili, legandosi a loro nella sua ricerca anche accademica che non era chiusa nei corridoi, ma facendo dei luoghi dell’umanità le vere aule in cui imparare e vivere, da studiare con cuore e intelligenza, per sentire l’urgenza di cambiare e per trovare le soluzioni».

Una commozione profonda ha accompagnato la messa comunitaria con un Romano Prodi ovviamente provato ma sereno e che alla fine ha fatto un breve intervento ricordando che «Flavia mi ha sorriso per l’ultima volta nel sentiero tra Gubbio e Assisi, dopo due giorni di pura felicità, con la compagnia dei nostri cari amici. Sono stati 54 anni sempre insieme, in tanti momenti di gioia e anche nel dolore, nella salute e nella malattia e come dice la preghiera, in tutti i giorni della nostra vita». «Ai 54 anni vorrei aggiungere anche i due anni di corteggiamento, anche un po’ di più. Mai mi sono pentito di aver tanto insistito. Questi sono i pochi pensieri che voglio condividere con voi nel momento in cui salutiamo Flavia per l’ultima volta: non pensate che la nostra vita insieme sia stata fatta solo di scambi intellettuali, abbiamo vissuto insieme cielo e terra, anche terra. Con felicità tra di noi, con gli amici e nelle vacanze con tutta la tribù».

Una testimonianza nitida che ha fatto scorrere lacrime senza pudore.

Zuppi ha messo in evidenza il tratto mite di Flavia Franzoni, espressione di «quel radicalismo dolce che era la sua fermezza e che la coinvolgeva intimamente alle vicende dei suoi e del suo prossimo».

 

 

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