Quel “cliente” di Madre Teresa

Stavo leggendo un libro su Madre Teresa. Vi era riportata una frase: “Se mai diverrò una santa, sarò certamente una santa del “nascondimento”: mi assenterò in continuazione dal paradiso per recarmi sulla terra ad accendere la luce di quelli che si trovano nelle tenebre”. A dire il vero era un momento un po’ nero per la nostra famiglia, così le ho detto: “Teresa, vieni anche da noi a darci un po’ di luce!”. Lei ha capito a modo suo, naturalmente e, l’indomani, proprio davanti al portone del palazzo, c’era un suo “cliente”: un barbone ancora giovane che dormiva placidamente. Già qualche inquilino aveva incaricato la custode di svegliarlo e mandarlo via. Ho portato giù biscotti, cioccolatini, bibite per favorire il suo risveglio, e ho ricordato alla custode che in lui dovevamo vedere Gesù e non un “rompiscatole” della domenica. Lo scuoto gentilmente e gli dico che ormai è ora di alzarsi. Ha begli occhi grigio ferro, con una trasparenza che ho già notato in altri barboni. Mentre mangia avidamente, mi dice il suo nome, gli anni e la provenienza. Gli propongo poi qualcosa di caldo: un tè va benissimo. Vado a prepararglielo. Intanto la custode gli offre dei soldi e del vestiario che le hanno dato per i poveri, mentre sua figlia gli porta un’arancia. Beve il tè, accetta ogni cosa. Le scarpe però risultano piccole per lui, ma le prende lo stesso per darle ad un amico. Lo aiuto a piegare il sacco a pelo, le coperte. Intanto arriva anche mio marito, che aggiunge qualche soldo per comprare delle sigarette. Adesso ha troppa roba e il suo sacco non basta. Salgo a cercarne uno più grande. Ci saluta con un grazie che non dimenticheremo più, lasciandomi felice nel grigiore di una domenica milanese. Madre Teresa ha acceso la mia oscurità. A. M. – Milano È arrivata la bolletta dell’elettricità, ma abbiamo finito i soldi. Mio marito ed io ci raccogliamo in preghiera per affidarci a Dio, poi torniamo ai nostri lavori. Io sto riordinando i cassetti del cassettone. Ho quasi finito. Il mio bambino di tre anni mi vuole aiutare. Svuota l’ultimo cassetto e toglie anche la fodera di carta. Vengono fuori dei soldi. Un grido di gioia e di stupore! Di colpo ricordo: li avevo messi via mesi fa per comperare un dono per il compleanno di mio marito, però avevo dimenticato dove li avevo riposti. E perciò” niente dono! Ora sono venuti fuori, nel momento del bisogno. M.F. – Scozia Sto andando ad un corso serale di lingua francese. Ma la prospettiva del ritorno lungo quella strada isolata (quasi un presentimento?) mi mette un po’ di agitazione. Poi un pensiero: “Di cosa aver paura? Non sai che in tutti, proprio in tutti, ci sono io, Gesù?”. Mi sento risollevata e seguo la lezione tranquilla. Quando esco devono essere le 23,30. All’improvviso sento dei passi affrettati dietro di me. Qualcuno mi sta seguendo. E intorno non scorgo anima viva. Il cuore comincia a battermi all’impazzata, mentre mi ripeto: “È Gesù, è Gesù””. Ad un certo punto una mano si appoggia sulla mia spalla. Girandomi dico a quello sconosciuto: “Buona sera, desidera qualcosa?”. Inaspettatamente quello fugge via. A me resta un po’ di tremore, ma soprattutto la certezza che con Dio è possibile vincere qualsiasi paura. S. L. – Africa

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