Protagonisti della propria vita

Pochi gesti possono cambiare l'atmosfera sul posto di lavoro e in famiglia. E ognuno può diventare protagonista di questo cambiamento in positivo del mondo che lo circonda. Se n'è parlato a Jesolo, con la comunità dei Focolari del Friuli Venezia GIulia
Gruppo di lavoro

«Nel difficile contesto sociale in cui ci troviamo la necessità più sentita è quella di essere considerati in quanto persone, e non in quanto numeri o semplici consumatori: esigenza che si concretizza soprattutto nella relazione tra operatore sanitario e utente, nel bisogno di spazi dove incontrarsi o poter essere ascoltati nei propri bisogni. Molto spesso, inoltre, di fronte alle difficoltà degli altri, si tende a ritrarsi e a non farsi coinvolgere, difendendo la propria consuetudine di vita. Se da un lato è necessaria un'adeguata formazione per gli operatori di questi servizi, da non dimenticare è il valore del bello, curando l'accoglienza degli spazi come atto di attenzione verso le persone: pochi e semplici cambiamenti possono migliorare l'ambiente in cui si vive». È questo uno dei contributi nati dal laboratorio di scrittura collettiva Da frammenti di pensieri a un unico racconto, realizzato durante la Mariapoli – incontro di più giorni del Movimento dei Focolari – del Friuli Venezia Giulia, che si è svolto a Jesolo dal 25 al 28 aprile.

Grazie al metodo ideato da don Milani, che ha portato alla stesura di libri del calibro di Lettere a una professoressa, i partecipanti al laboratorio hanno trovato una forma per condividere le proprie impressioni e pensieri, perché una volta messi in comune andassero oltre la somma delle singole opinioni. Hanno così elaborato insieme una sorta di reportage sul territorio in cui vivono, toccando ambiti che spaziano dal lavoro all'immigrazione: uno dei più sentiti è stato senza dubbio quello della famiglia, e del suo rapporto con il resto della comunità.

«La famiglia è la nostra prima comunità di vita – hanno scritto alcuni partecipanti –, quella in cui veniamo accolti o meno al nostro venire al mondo. È il luogo fondante della relazione fra generazioni, un intreccio di legami e di rapporti, e può scegliere se vivere per se stessa o aprirsi. In una famiglia la cui porta è sempre aperta il bene può divenire un tesoro da donare: questo ci permette di trovare luoghi all’interno della comunità dove poterci mettere in gioco con generosità, e famiglia e comunità possono così divenire luogo d’incontro e di crescita a partire da noi, dal nostro personale impegno».

Paradossalmente, anche in un luogo tanto ricco di relazioni si può vivere un senso di solitudine. «Può trattarsi – è stato detto – di una solitudine individuale, di coppia, o della famiglia intera. Da queste solitudini può nascere una spirale di rancore e litigi, che ci fa chiudere in noi stessi, oppure un movimento di apertura e condivisione che sa vedere e cogliere i bisogni degli altri. Le occasioni per essere protagonisti di un cambiamento non mancano: dal prendersi cura degli spazi comuni, alla gestione delle mense, dal farsi carico delle necessità degli altri alla partecipazione negli organi scolastici e comunali. La potenzialità e la forza della famiglia possono incidere su tutti gli aspetti della vita».

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