Preghiera e dialogo

Un incontro non improvvisato, ma frutto di un rapporto che dura da anni fra la comunità musulmana, il Movimento dei focolari e la comunità di Sant'Egidio 
Catania

Ieri sera ero alla veglia di preghiera e dialogo a Catania. Si è iniziato distinti: i cattolici nella Collegiata e i musulmani nella moschea. Non per affermare una divisione, ma per testimoniare la fedeltà alla propria identità. Distinta, sì, ma allo stesso tempo unita  in una preghiera fatta in contemporanea. Poi siamo confluiti insieme in Piazza dell'Università per un momento di dialogo. Eravamo molti. Hanno parlato un sacerdote in nome dell'arcivescovo, che non poteva essere presente e l'imam. Hanno affermato con forza il ripudio della violenza e la proposta del dialogo e della non violenza per costruire la pace. Commovente la testimonianza dell'imam: «Anch'io sono vittima del terrorismo. Sono algerino e mio padre ha sofferto un attentato nel quale ha perso la vista, per cui non può vedere i miei figli». L'incontro non è stato  improvvisato, ma è frutto di un rapporto che dura da anni fra la comunità musulmana, il Movimento dei focolari e la comunità di Sant'Egidio. Segno che se si crede concretamente e caparbiamente al dialogo, i frutti si vedono. A conclusione della manifestazione ci si è dati appuntamento al primo gennaio, Giornata Mondiale della Pace.

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