Pozzuoli delle meraviglie

Potrebbe diventare, se non il più grande, uno dei maggiori parchi archeologici urbani d’Europa. Questo almeno il progetto. E che non sia velleitario, lo dimostra quanto è stato già realizzato nell’arco di pochi anni: qualcosa di stupefacente, che sa quasi di miracolo, considerato lo spettacolo di abbandono e sfacelo che offriva ancora in anni recenti. Si tratta del Rione Terra di Pozzuoli, corrispondente al nucleo più antico di questa città che per oltre tre secoli, prima che Ostia si dotasse di un porto, rimase il maggiore approdo commerciale dell’Impero romano, dove affluivano merci da tutto il Mediterraneo: in modo speciale grano, immense quantità di grano dall’Egitto per la mai sazia Roma. Meta irrinunciabile del Grand Tour di una volta per le attrattive naturali e del suo illustre passato (dalla Solfatara all’anfiteatro di 40 mila posti, al cosiddetto Tempio di Serapide, in realtà un sontuoso mercato), in anni più recenti Pozzuoli sembrava aspettasse un’occasione per una rinascita che, paradossalmente, è stata avviata proprio dai rovinosi fenomeni vulcanici così frequenti in questi Campi Flegrei. Di essa è emblema, appunto, il restauro e valorizzazione del Rione Terra. Fino a qualche decennio fa questo borgo arroccato in posizione incantevole su un promontorio a strapiombo sul golfo sembrava irrimediabilmente condannato. Già sconquassato per effetto del bradisismo del 1970, ricevette il colpo di grazia da quello del 1980: eventi che costrinsero i suoi 2600 abitanti, per lo più pescatori e artigiani, a evacuare altrove. Cosa fare a questo punto dell’abitato seicentesco, che in mezzo a veri e propri tuguri annoverava pregevoli architetture e soprattutto quel duomo, già pinacoteca del barocco napoletano, ridotto in uno stato pietoso dall’incendio del 1964 e dai successivi vandalici saccheggi? Soluzione più spiccia sembrava la demolizione totale. Ma proprio quando sembrava che l’ultima parola dovesse averla la ruspa e si prospettava una ricostruzione che esibisse tutt’al più qualche striminzito giardinetto con rovine, indagini archeologiche rivelatrici di una sorprendente stratificazione che va dal periodo tardo-repubblicano al vicereame spagnolo davano luogo, a partire dal 1993, ad un innovativo piano di recupero urbanistico e valorizzazione, al tempo stesso, delle vestigia dell’antica Puteoli. Tutto ciò come premessa al necessario ripopolamento del Rione, cooperando turismo ed archeologia ad una migliore qualità della vita di chi tornerà ad abitarci. Gli scavi effettuati fino ad oggi hanno rivelato una porzione cospicua della colonia romana: 4 mila metri quadrati con strade, botteghe, magazzini, criptoportici, impianti termali, cisterne, condotte idriche, luoghi di culto, cellette destinate agli schia-vi… e tutto, spesso, in perfetto stato di conservazione: come in una Pompei sotterranea dove non mancano neppure i graffiti a dare l’idea del flusso della vita. Per scoprirlo, basta seguire il suggestivo percorso che si diparte dalle profondità di palazzo Migliaresi, futura sede del comune: uno dei tanti edifici appena restaurati. Quanto alla cattedrale dedicata ai santi Procolo e Gennaro, rimasta inagibile da quarant’anni, già dalla prima fase del restauro rivela le eleganti strutture in marmo pario del tempio augusteo su cui è sorta. È il recupero più atteso, che a questa città bimillenaria, che insieme a Roma ha ospitato la più antica comunità cristiana di occidente, farà ritrovare il suo centro religioso, la sua anima. IL RIONE TERRA Edito da Electa Napoli, Il Rione Terra di Pozzuoli, a cura di Stefano De Caro e Costanza Gialanella (pp. 110, euro 45,00), è la prima presentazione ad un vasto pubblico dei risultati di uno scavo e di un restauro esemplare, che richiederà altri decenni per essere esteso a tutta la rocca. Lo splendido corredo fotografico realizzato da Mimmo Jodice (sue sono le foto qui proposte) rende appieno la suggestione degli ambienti ipogei come pure dei più significativi reperti rinvenuti, spesso copie di originali greci ora esposte nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei a Baia. Il percorso sotterraneo del Rione Terra è visitabile sabato e domenica dalle 9,00 alle 18.00. Per informazioni: Musis, telefono 848.800.288.

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