Più opportunità che barriere

Soledad Núñez è diventata a soli 31 anni ministro dell’Abitazione e dell’Urbanismo, in uno dei Paesi più corrotti del pianeta. A metà periodo di governo, sta forse vincendo la sua sfida

Lei ha un profilo tecnico, più che politico, e si è trovata giovanissima a guidare un ministero delicato. Ha trovato ciò che si aspettava? In effetti sono ingegnere e non appartengo a nessun partito, ma ho chiaro che il posto di ministro è un incarico politico, almeno nell’essenza del termine, e cioè di ricerca del bene comune. Ho trovato più opportunità che barriere, debbo dirlo. Tanti mi dicevano che le strutture corrotte non si possono sconfiggere. Non è stato e non è facile, ma mi ha sorpreso ciò che abbiamo potuto fare, e mi è parso più semplice del previsto. È stato decisivo mettere le persone al centro. Abbiamo rotto il verticalismo rigido con una cultura molto più aperta e di vicinanza. Con la mia squadra l’obiettivo era di sommare gli sforzi con chi lavorava qui da anni. E in tanti funzionari è entrato un modo più onesto di agire. Persone con 25-30 anni di anzianità hanno cominciato a entusiasmarsi e a dire: «Oggi sento che il mio lavoro vale davvero». Logicamente, c’è sempre un piccolo gruppo che non sta al gioco. Ma ora più che lavorare dietro una scrivania si va sul campo.

Com’è riuscita a guadagnare tanti funzionari alla sua proposta? È stata determinante la dimensione umana, e anche creare un processo per il quale tutti sapessero che attività svolgono gli altri uffici e partecipassero ai risultati di tutti. Gli amministrativi, per esempio, non andavano mai sul campo e, non vedendo mai le case che si consegnavano, era difficilissimo che si motivassero. Abbiamo portato tutti alle inaugurazioni, a turno, affinché vedessero l’impatto positivo del loro lavoro.

Il maggior contatto con i beneficiari dei programmi socio-abitativi ha prodotto modifiche alle linee politiche? Sì, si va sul posto seguendo gli schemi di ciascun programma, ma li si valuta con la gente e li si perfeziona. Il miglioramento continuo è una dinamica e un esercizio costante.

Può fare un esempio? Ogni etnia indigena ha delle priorità diverse. Con gli mbya abbiamo lavorato per incorporare ai progetti degli elementi della loro cultura, come la paglia o certi materiali artigianali. Ciò ha permesso di impiegare le famiglie nel processo di costruzione. Così, oltre a un miglioramento nelle condizioni di vita, abbiamo anche creato una fonte di entrate per la comunità. E in ciascuno dei tre anni del programma di miglioramento urbanistico abbiamo modificato la tipologia di abitazione grazie al contributo di tanti, come lo spostamento del lavabo in un’area più esposta all’esterno, perché gli mbya sono abituati a cucinare all’aperto.

Come sopporta le pressioni nelle aree più sensibili a tentativi di corruzione, come gli appalti e l’assegnazione delle case? Anzitutto non abbiamo mai lasciato spazi perché qualcuno potesse anche solo pensare di fare offerte illegittime. Poi, oltre a collocare persone di fiducia nei ruoli decisivi, abbiamo “blindato” i processi con sistemi agili e precisi. Prima non c’erano regolamentazioni, e le case erano assegnate a discrezione. Ora ogni fase è retta da regole precise. Inoltre abbiamo stabilito canali di denuncia – anche per salvaguardare il ministero, che era vittima di dichiarazioni false di richiedenti che si inventavano figli o affermavano di non possedere immobili, etc. –; qui abbiamo fatto grossi miglioramenti con la partecipazione dei vicini. Perché, che cosa ne sa un assistente sociale di Asunción di ciò che succede ad Emboscada o a Concepción? Ora, non appena la gente sa della costruzione di case sociali in una data località, le persone stesse forniscono al ministero le informazioni necessarie. In vari casi, abbiamo tolto la casa a imbroglioni e l’abbiamo assegnata a una famiglia davvero bisognosa. In quanto agli appalti, abbiamo sporto varie denunce e, con una telecamera nascosta, abbiamo smascherato due funzionari corrotti. È stato un messaggio forte per tutti. Io esigo sempre dalle ditte di firmare i contratti di persona, per evitare sospetti o tentazioni, e chiedo al titolare di avvisarmi personalmente se qualcuno gli chiedesse qualcosa. Questo ha aiutato molto nel combattere la corruzione.

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