Perché serve in Italia una legge organica sull’azzardo

L’incentivazione legalizzata dell’azzardo continua a produrre notevoli danni sociali ed economici aprendo la strada alle mafie. Alcuni punti da cui partire in sede legislativa per affrontare un fenomeno sempre più senza controllo
Azzardo. manifestazione dei lavoratori durante la pandemia Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Il fenomeno della diffusione del consumo di azzardo in Italia ha assunto dimensioni notevoli con effetti degenerativi di natura economica e sociale.

Ricordiamoci che la regolamentazione dell’azzardo è riservata allo Stato centrale che la esercita tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’Intero mercato è gestito da concessionari attraverso una capillare rete industriale che interessa circa 150 mila imprese con un numero limitato di 100 mila addetti.

Nel corso del 2021 la raccolta dell’azzardo ha superato i 110 miliardi di euro (110.883.170.782 €) con una perdita netta per i clienti di 15 miliardi e 412 milioni di euro.  È un dato che va letto tenendo conto che i punti scommessa e le postazioni slot e vlt sono state disconnesse, in quell’anno, per circa 8 mesi a causa della chiusura degli esercizi commerciali per via della pandemia.

Secondo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, l’azzardo interessa una popolazione di circa 5,2 milioni di consumatori “abitudinari”, di cui circa 1,2 milioni considerati problematici per l’insorgenza di dipendenza patologica.

Si può solo immaginare l’impoverimento del tessuto economico di un fenomeno che può costituire un veicolo d’infiltrazione degli interessi malavitosi attraverso pratiche di riciclaggio e usura. La prevenzione, cura della dipendenza patologica e contrasto all’illegalità hanno un costo altissimo che tutti i cittadini, attraverso la fiscalità generale, sono chiamati indirettamente a sostenere.

Sono emblematici i numeri delle transazioni registrate dalla Sogei, Società Generale d’Informatica S.p.A. controllata al 100% dal Ministero dell’economia e delle finanze. Prendendo in considerazione le sole transazioni dell’anno 2013, l’azzardo legale ha fatto registrare 1,33 miliardi di transazioni trasmesse dai sistemi di controllo realizzati e gestiti dalla Sogei per l’anagrafe tributaria che equivalgono   a 3,6 milioni di “giocate” effettuate ogni giorno, quasi 152.000 all’ora, 2.530 al minuto, 42 al secondo, notti comprese.

Nel 2021 le transazioni registrate sono state 10 miliardi.

In effetti in Italia, più che altrove, abbiamo un’offerta smisurata. Snoccioliamo alcuni numeri: 42 tipologie di lotterie istantanee e 24 tipologie di “gratta e vinci” on line.

Solo sui “giochi” a base ippica abbiamo una selva di proposte tra scommesse e gare nazionali e internazionali di carattere complesso.

Ben 321.136 sono gli apparecchi in esercizio slot e vlt mentre sono 4.226 le  manifestazioni scommesse a quota fissa autorizzate su eventi che vanno dal surf, alla lotta greco romana, dal golf al rugby. Si può scommettere anche sui campionati Usa di Atletica leggera come in quello di Volley praticato nello Yemen.

Sono 5 le tipologie di “giochi” numerici a totalizzatore (Superenalotto, In for Life, ecc.) a cui si aggiungono 2 tipologie di bingo di sala (attraverso oltre 200 Sale Bingo presenti sul territorio nazionale) e a distanza.

Nonostante la portata del ‘fenomeno’, non esiste una vera e propria legge organica che regoli la materia dell’azzardo in Italia. L’intera offerta è di disciplinata dai codici civile e penale, da leggi speciali, da sentenze della Corte Costituzionale, da innumerevoli decreti in materia e dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza

L’espansione senza limiti del “gioco legale” non ha  debellato il fenomeno di quello illegale che invece prospera su un binario parallelo difficilmente quantificabile.
Secondo molteplici indagini realizzate in questi anni dagli inquirenti è stato acclarato che la maggiore offerta del gioco lecito rende più semplice fare affari per le consorterie malavitose.

Il numero crescente e sommerso dei malati dai dipendenza dell’azzardo non rende l’idea della disperazione che la patologia produce mentre gli introiti per il fisco provenienti da questo settore non sono destinati a curare le vittime di questo consumo eccessivo indotto dal sistema.

Di fatto l’azzardo, assieme al traffico di sostanze stupefacenti, appare oggi l’affare più lucroso col quale rimpinguare, invece, le casse delle cosche. La presenza delle mafie in tale comparto si articola attraverso la tradizionale attività estorsiva, l’imposizione di “macchinetteapparecchi” negli esercizi pubblici, l’infiltrazione nelle società dei punti scommessa e delle sale da gioco con dei prestanome o tramite la compartecipazione delle società che hanno ottenuto regolare concessione da parte dai Monopoli di Stato.

Un salto di qualità della criminalità organizzata si è registrata con la gestione di piattaforme illegali di scommesse sportive mediante siti internet dislocati in Paesi esteri che sono privi di concessione in Italia, ma non ne impediscono l’accesso in violazione della normativa vigente.

L’ UIF (Ufficio informazioni finanziarie di Banca d’Italia), cioè l’unità speciale di Banca d’Italia che si occupa del riciclaggio di denaro, ha stimato che nei soli primi 6 mesi del 2019, le consorterie malavitose abbiano riciclato 250 milioni di euro attraverso l’azzardo.
Da non trascurare anche la “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza” redatta dall’intelligence italiana con riferimento al 2021che parla di «realizzazione di veicoli societari volti a schermare la riconducibilità delle attività di gioco agli interessi del crimine organizzato».

Dinanzi ad un fenomeno del genere che appare di enormi dimensioni e senza controllo è urgente approvare una legge nazionale di riordino dell’azzardo orientata alla contrazione dell’ offerta con il coinvolgimento  delle realtà della società civile e delle amministrazioni locali.

Esistono indicazioni discusse in sede parlamentare che finora sono rimaste inascoltate a partire dalla tracciabilità dei clienti tramite codice sanitario e la realizzazione di un data base di tutti i fatti criminosi legati al settore azzardo.

Occorre evidentemente una nuova governance del settore in materia di controlli, offerta, sostenibilità e repressione che sia condivisa in sede europea.  

Decisiva in questo senso la previsione in capo ai concessionari di una responsabilità di posizione legata ai concetti di culpa in vigilando o in eligendo, ben noti alla nostra tradizione civilistica ( la colpa conseguente alla mancata sorveglianza e la responsabilità di padroni e committenti, per i danni arrecati a terzi dai loro dipendenti nell’esercizio dell’attività d’impresa, ndr).

Non è più tollerabile, inoltre, il mancato accesso pubblico a tutti i dati relativi alle tipologie di offerta di azzardo: raccolta, offerta, numero di apparecchi in esercizio ecc.

Il questore di polizia deve essere messere in grado di disporre misure contingibili e urgenti di chiusura di  uno o più punti di offerta di azzardo in caso di pericolo di diffusione del fenomeno tra i minori,  di dipendenza patologica e per poter fronteggiare il rischio di infiltrazione o condizionamento della criminalità organizzata nel settore.

Occorre, infine, indire nuove gare delle concessioni senza più abusare di proroghe e procedere ad abbassare la percentuale delle vincite che costituiscono la più forte induzione al consumo di azzardo.

Verso coloro che continuano  a sostenere che senza i gettiti fiscali dell’azzardo non si chiudono i bilanci dello Stato, occorre rispondere che in un Paese dove si stimano 100 miliardi di euro all’anno di evasione fiscale, nonché 200 miliardi di euro di economia sommersa, e dove si pagano milioni di penali in Ue per infrazioni di carattere ambientale, esistono enormi spazi per recuperare e reperire le risorse che mancano per contrastare la crescita della diseguaglianza che muove i più fragili verso il consumo di massa dell’azzardo. Di fatto un tassa odiosa che si abbatte sui più poveri.

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