Perchè l’olocausto?

Raggiunge le librerie italiane il volume MetaMaus, edito originariamente negli Stati Uniti nel 2011, finalmente tradotto in italiano in una edizione di pregio. Una pietra miliare

Si tratta di un libro singolare perché realizzato con il fine dichiarato di svelare i retroscena, il cosiddetto making of, di un altro libro: Maus di Art Spiegelman, romanzo a fumetti pubblicato in due volumi (in Italia in un’unica edizione completa sempre per la Einaudi) dal 1980 al 1991.

Nel volume si trova una lunghissima intervista all’autore nonché ai suoi figli ed alla moglie oltre ad una poderosa quantità di schizzi inediti, prove, foto private e documenti inediti relativi ai genitori ed ad altri deportati ad Auschwitz. Al libro è allegato un prezioso cd, nel quale si trovano entrambi i volumi di Maus in digitale con link alle decine di schizzi e prove per ogni tavola ed alla versione digitale di tutti i documenti citati nel libro.

MetaMaus risponde ad una serie di domande che, sempre le stesse, sono state rivolte a Spiegelman nelle migliaia di interviste negli ultimi decenni ma lo fa in maniera dettagliata, organica e fornendoci un supporto documentale incredibile.

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Per chi non ha mai sentito parlare di Maus tale sforzo di approfondimento potrebbe apparire eccessivo; il punto è che i due romanzi a fumetti sono e resteranno una pietra miliare per la storia del fumetto (ed anche del racconto dell’Olocausto) e questo libro ne è un compendio irrinunciabile.

Due note per i più distratti: Art Spiegelman è un autore attivo fin dagli anni settanta; iniziò ad accarezzare l’idea di realizzare il suo primo grande racconto a fumetti dopo aver cominciato a raccogliere la testimonianza del padre, un sopravvissuto ad Auschwitz, sull’Olocausto (o Genocidio, come preferisce chiamarlo). Famoso in tutto il mondo come il racconto in cui i nazisti sono rappresentati come gatti e gli ebrei come topi, Maus fruttò, nel 1992, lo Special Award del premio Pulitzer al suo autore.

In Maus viene raccontata quindi la storia di Vladek Spiegelman, così come registrata sui nastri ancora ascoltabili nel cd di MetaMaus, anche quando si addentra in particolari forse resi poco corretti dal filtro della memoria.

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In Maus saranno poi raccontate molte altre guerre, non solo l’Olocausto. Quella di un figlio contro la difficoltà a stabilire un rapporto decente con il padre, apparentemente in grado solo di irritarlo.

Quella di un uomo scontroso, Vladek, contro la sua indole e fama di essere taccagno sciorinando aneddoti su aneddoti dei quali non aveva in precedenza mai fatto parola con nessuno.

Quella di un autore di fumetti contro la sua quasi patologica necessità di costruire fumetti e racconti solo dopo uno studio e una progettazione quasi infinita mettendo un punto e mandando tutto in stampa; proprio in questo MetaMaus è lo strumento esemplare, grazie alle centinaia di disegni preparatori contenuti nel volume e nel cd allegato, per dimostrare la meticolosità e il lavoro poderoso di documentazione e organizzazione della stesura finale del volume.

Quella di una famiglia, quella di Art, nato e vissuto negli Stati Uniti, contro un bagaglio familiare pesantissimo che d’improvviso lo investe con il peso di una realtà tragica a tratti quasi inverosimile, devastante per la crudezza e lontano solo pochi decenni.

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MetaMaus risponde a tre domande: perché l’olocausto, perché i topi e perché i fumetti e lo fa, come detto, in maniera totalmente esaustiva; fra le molte chicche riportate nel volume ci sono, in mezzo a foto e alla cronaca quasi quotidiana del lavoro di raccolta delle parole di Vladek ed organizzazione del materiale (nonché del processo editoriale e dei molti giri promozionali fatti all’estero), documenti particolari come la lettera che Spiegelman inviò alla “New York Times Book review” chiedendo di inserire il proprio libro nella categoria “nonfiction”, sottolineando che non era un racconto di fantasia e che nei tredici anni spesi a raccogliere informazioni e realizzare il volume aveva comunque lavorato per rendere in narrativa la vera storia di suo padre, chiudendo con un suggerimento spiritoso, quello di inserire la categoria “nonfiction/mice” nel caso in cui ci fossero problemi con il fatto che i protagonisti erano animali.

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Singolare anche le pagine nelle quali sono riportate molte delle copertine straniere delle vari edizioni di Maus, soprattutto confrontandole con le moltissime lettere di rifiuto della pubblicazione del libro inviate da molti editori statunitensi all’agente di Spiegelman prima di trovare chi finalmente lo pubblicasse.

In sintesi, un supporto, come detto, a Maus che però aggiunge un quantitativo di informazioni così poderoso da portare alla rilettura del libro con rinnovato interesse e aumentate chiavi di lettura e analisi.

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