Per l’impegno esemplare di una vita

Todi, 5 novembre. O amor, divino amore – perché m’hai assediato?/Pare de me impazzato – non puoi de me posare…. Oggi l’austera medievale Sala delle Pietre del Palazzo del Popolo – cornice ideale per sentir riecheggiare i versi incandescenti di questa lauda di Jacopone – si presenta insolitamente gremita e festosa per onorare invece un personaggio del nostro tempo. L’evento che, insieme a rappresentanti dell’amministrazione pubblica, ha richiamato tanti da diversi centri dell’Umbria e della Toscana, ma anche da più lontano, è il conferimento della cittadinanza onoraria tuderte a Chiara Lubich per il suo esemplare impegno di un’intera vita volta alla promozione dei valori di pace, di solidarietà e di unità tra i popoli: così recita la delibera dalla giunta comunale. È un riconoscimento senz’altro alla persona di Chiara, al suo ruolo indiscusso di donna di dialogo e di pace, ma anche un rendere atto a quanti, nella regione, hanno fatto proprio il carisma dell’unità e questi stessi valori testimoniano. Quanto sia sensibile ad essi pure questo antichissimo centro che domina la valle del Tevere viene evidenziato a più riprese nel corso della cerimonia. Ricca infatti di storia, di arte, di profonde tradizioni civili e religiose (sede di diocesi fin dal II secolo), famosa per aver dato i natali a Jacopone, le cui laude stupende contengono un messaggio valido per sempre, Todi è conosciuta nel mondo – lo dicono autorevoli fonti di ricerca sociologica – come città ideale , città a misura d’uomo. Ma si caratterizza anche per l’interesse rivolto a favorire il diffondersi di una cultura della pace e del dialogo tra i popoli, per l’attenzione ai problemi di chi è in necessità, a qualsiasi paese e cultura appartenga. Stanno a confermarlo il gemellaggio di cooperazione con una cittadina del Burkina Faso, le adozioni a distanza di molti bambini africani, ma anche i progetti con centri in Albania ed in Sud America. Oltre che l’impegno nell’accoglienza e assistenza ad extracomunitari e a rifugiati. Calorosa e coinvolgente oltre ogni ufficialità, l’accoglienza del sindaco Catiuscia Marini tradisce un suo personale percorso nella conoscenza dell’opera e del pensiero di Chiara con le numerose implicazioni negli ambiti del vivere umano. Il modello di una società dialogante e della reciprocità offerto dai Focolari è da lei percepito come un dono e al contempo come un invito a riflettere e lavorare nel quotidiano avendo in mente che possiamo dare il nostro contributo concreto nel costruire la pace anche a partire dai piccoli comuni e dalle piccole comunità locali. Impossibilitata a intervenire di persona, la neo-cittadina ha voluto tuttavia essere presente attraverso alcuni suoi rappresentanti: da Carla Bartoli, che riceve per lei l’onorificenza e i doni con l’augurio che da questo incontro tra la città di Todi e il carisma dell’unità possa prendere ulteriore vigore lo slancio verso la fraternità universale, a Vera Araújo, nota sociologa brasiliana, e a Martin ‘Nkafu, filosofo camerunese docente presso varie università pontificie, relatori di apprezzati interventi sull’Economia di Comunione e sul dialogo interculturale. Cordiale nel suo saluto, mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto- Todi, non manca di sottolineare l’impegno di questa città per una universalità sempre più marcata e per l’unità: due grandi valori contenuti nel suo dna. Già il riconoscerlo ufficialmente vuol dire che ci incamminiamo su una strada dove tutti indistintamente ci possiamo ritrovare. Fra gli ospiti il dott. Alberto Pacher, sindaco di Trento, città natale di Chiara, che lui vede accomunata a Todi nella stessa tensione della Lubich e dei Focolari verso quello che si vorrebbe fosse il mondo. Su questa strada tanti, dal proprio angolo di visuale, secondo le proprie possibilità, cerchiamo di camminare con tutte le contraddizioni proprie dell’agire umano e anche politico. Pure da parte degli altri politici – e tra questi il sindaco Gubbiotti di Massa Martana – espressioni di stima e gratitudine sia per l’ideale di fraternità sentito oggi più che mai impellente, sia per la presenza del movimento che in maniera discreta ma fattiva sta incidendo nella realtà sociale umbra: quest’Umbria – sottolinea l’assessore Maria Prodi, rappresentante della giunta regionale – così trascorsa dai valori francescani e così spesso ansiosa, in alcune venature fortemente laiche, di riscoprire un fondo di grande umanità e di grande comunanza che forse nessuno come Chiara ha saputo testimoniare come frutto del Vangelo, un vangelo che unisce e non separa.

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