Oro olimpico per Arianna Fontana

La nostra portabandiera, alla sua quarta Olimpiade, corona il sogno inseguito per tutta una carriera
EPA/TATYANA ZENKOVICH

Sono le sette di sera ora sudcoreana, le undici del mattino in Italia, di martedì 13 febbraio. Arianna Fontana, la pattinatrice più vincente della storia italiana, fa il suo ingresso in pista. Alle Olimpiadi invernali in corso di svolgimento a PyeongChang, sono in programma i 500 metri femminili di short track. Il palazzetto è gremito di spettatori locali pronti ad applaudire le gesta dei loro “eroi”, e non potrebbe essere altrimenti visto che, da quelle parti, questa disciplina rappresenta, sportivamente parlando, un vero e proprio “culto”. Nel primo dei quarti di finale sono in gara quattro atlete, tra cui Arianna. Insieme con lei c’è anche una delle grandi favorite della vigilia, la canadese Marianne St-Gelais. Pronti via e c’è subito una falsa partenza, tutto da rifare. La tensione è altissima, solo le prime due classificate accederanno alle semifinali. Si riparte e, alla prima curva, c’è una caduta che coinvolge la St-Gelais e l’olandese Yara van Kerkhof. La gara è interrotta, i giudici vanno a controllare il video (un po’ come avviene da noi nel calcio con la VAR) e squalificano l’atleta canadese. La nostra rappresentante sembra impassibile, non fa una piega, concentratissima …

Arianna, d’altronde, sa benissimo cosa vuol dire dover affrontare una gara importante, ha vissuto già tante altre volte emozioni del genere, e riesce a mantenere la calma. Il suo obiettivo è uno solo: provare a vincere la medaglia d’oro. Quella medaglia che andrebbe a completare un palmares ricchissimo, che vanta un titolo mondiale (vinto a Mosca nel 2015 nei 1.500 metri), titoli europei in serie, e cinque medaglie a cinque cerchi (ma nessuna d’oro) raccolte nelle tre edizioni precedenti delle Olimpiadi. La prima è datata addirittura 2006, quando durante i Giochi disputati a Torino, appena quindicenne, contribuì alla conquista del bronzo da parte della nostra staffetta femminile. Quattro anni più tardi, a Vancouver, arrivò un altro terzo posto, questa volta ottenuto a livello individuale nei 500 metri, la sua gara preferita. A Sochi 2014, poi, fu quasi un trionfo. Arianna, infatti, tornò a casa con ben tre medaglie: un argento (ancora nei 500 metri), e due bronzi (uno a livello individuale nei 1.500 metri, e uno nella staffetta). Un anno davvero difficile da dimenticare per lei, visto che oltre al tris di medaglie olimpiche, il 2014 è l’anno in cui Arianna si è anche sposata con il pattinatore italo-americano Anthony Lobello, che oggi è anche uno dei suoi allenatori.

Sì, Arianna è concentratissima. In uno sport in cui la storia olimpica è scritta quasi esclusivamente da asiatici e nordamericani, vuole provare davvero a portare a casa quella medaglia che ancora manca alla sua collezione. Alla fine, come detto, il quarto di finale lo disputano solo in tre, e la nostra atleta, che durante la cerimonia di apertura dei Giochi aveva avuto l’onore di fare da portabandiera alla delegazione italiana, supera il turno abbastanza agevolmente. Passa solo un’ora e Arianna torna sul ghiaccio per la semifinale. Qui da un’altra prova di forza: va al comando, fa girare le gambe a tutta per selezionare il gruppo e, appena ha ottenuto l’obiettivo, si lascia superare dalla beniamina di casa, la coreana Min Jeong Choi. Basta arrivare nelle prime due posizioni, inutile correre rischi … la finale è raggiunta! Passa un’altra ora e Arianna e di nuovo in gara. Sulla linea di partenza ci sono quattro avversarie. C’è l’olandese già superata nei quarti di finale, un “peperino” che sul ghiaccio non lascia mai nulla d’intentato. C’è la canadese Kim Boutin, pattinatrice “ostica” e vincitrice in una delle quattro prove di coppa del mondo disputate questa stagione sui 500 metri. C’è la britannica Elise Christie, avversaria di mille “battaglie”. E poi c’è ancora lei, la sudcoreana Choi, l’atleta incontrata in semifinale che in questo momento è considerata dagli addetti ai lavori la più forte del mondo.

La finale è avvincente, da brividi. Quattro giri e mezzo che vanno via tutti d’un fiato. Quarantadue secondi che passano in un attimo e che, al tempo stesso, sembrano non finire mai. Perché Arianna va subito in testa, e cerca di resistere a tutti gli attacchi, in particolare a quello che tenta di portargli la pattinatrice canadese. La Fontana non molla, ma poi, a un giro dalla fine, ecco venir fuori la Choi, trascinata dall’incitamento dei 12.000 spettatori presenti sugli spalti. Il palazzetto diventa una bolgia, Arianna è sempre in testa ma, proprio sul traguardo, la sudcoreana sembra raggiungerla. Si va al fotofinish. La punta della lama dell’azzurra è davanti a quella della sudcoreana per soli 22 centimetri, ma i giudici vogliono rivedere la gara, ancora non si può esultare. Nello short track non si può mai gioire fino a che non si ha il verdetto definitivo degli ufficiali di gara. Il pathos continua ancora per un po’, fino a quando la Choi viene squalificata. Primo posto Italia, argento Olanda, bronzo Canada. Adesso è proprio vero: Arianna è medaglia d’oro alle Olimpiadi, la prima medaglia d’oro del nostro Paese ai Giochi di PyeongChang 2018.

In una giornata che sarà davvero difficile da dimenticare, in cui abbiamo celebrato anche la splendida medaglia d’argento ottenuta da Federico Pellegrino nella prova sprint a tecnica classica maschile dello sci di fondo (vinta dal fenomeno norvegese Johannes Klaebo), abbiamo assistito all’ennesimo trionfo di una campionessa straordinaria, cui mancava solo la ciliegina sulla torta dell’oro olimpico. Dodici anni dopo aver iniziato a “tracciare la strada” con il suo filo, Arianna è finalmente arrivata proprio lì dove voleva arrivare!

 

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