Nieuwe Stad, un ponte, come l’Olanda

Quando nel 1958, anno dell’Expo di Bruxelles, il Movimento dei focolari arrivò nelle nostre terre, erano già usciti i primi numeri in francese di Nouvelle Cité, ponte verso il Nord. I primi venuti in contatto col movimento furono colpiti da questo nuovo spirito che sembrava desse la risposta a molti quesiti nel campo della fede cattolica, molto travagliato già negli anni precedenti il Concilio Vaticano II, sopratutto in Olanda. Si anelava ad un rinnovamento, e quindi si manifestò non poco interesse per questo nuovo Ideale dell’unità che mostrava entusiasmo, vigore e vitalità e usciva da certi vecchi schemi. Nacque così nel 1960 attorno al primo focolare del Benelux, a Bruxelles, il primo tentativo, sostenuto da vari fiamminghi, di fondare una edizione olandese/fiamminga di Città nuova. Nei primi due anni venne stampata a Grottaferrata, basata, quanto ai contenuti, sull’edizione francese. Sperimentate varie vesti grafiche, come un bruco dal bozzolo uscì finalmente nel 1962 una vera rivista, con un cospicuo numero di pagine: era un bimestrale curato con scrupolo dapprima da Vitaliano Bulletti e in seguito da Nuzzo Maria Grimaldi. La redazione fu spostata a Nimega, in Olanda. Sfogliando oggi quelle pagine, si ritrova un vero e proprio archivio degli sviluppi del Movimento dei focolari di allora, con interventi di Chiara Lubich, Pasquale Foresi e Igino Giordani. Seguirono altre metamorfosi sotto la guida di Carmelo Tiritan, ancor oggi alla direzione del nostro giornale. Dal 1970 in poi il formato cambiò dall’A5 a quello dei magazine più attuali, con una ventina di pagine a colori. Inizialmente si lavorava in stretta collaborazione con i fiamminghi del Belgio, ma ben presto si evidenziarono delle difficoltà, in quanto le Fiandre sono in stragrande maggioranza cattoliche, con tradizioni proprie; in Olanda, invece, convivono cattolici e protestanti riformati. Inoltre l’Olanda era travagliata da quella famosa crisi religiosa e culturale che in Belgio rimaneva sconosciuta. Nieuwe Stad stava prendendo così sempre più una connotazione ecumenica e doveva tener conto della secolarizzazione crescente. Aveva come compito quello di aiutare i lettori a stare in piedi spiritualmente in una tempesta che minacciava di sradicare tutto. Così, all’inizio del 1980, si decise di fare uscire anche una edizione belga/fiamminga (ne abbiamo letto nel numero scorso), con la quale la collaborazione è comunque costante.

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