Napoli e il sindaco “sospeso”

La città si ritrova senza primo cittadino ma i napoletani più che alle sue vicende giudiziarie si appassionano dei problemi di sempre: lavoro, traffico, criminalità. Ai politici chiedono non dichiarazioni mediatiche ad effetto ma di battagliare per cambiare la situazione. Dalla nostra corrispondente
De Magistris

Neanche il paragone tra il "sindaco sospeso" e il famoso "caffè sospeso" (il cliente paga un caffé in più cosicché possa usufruirne qualcun altro), che a Napoli è una consuetudine, fa sorridere i napoletani che di questa ennesima complicazione ne avrebbero fatto volentieri a meno. Luigi de Magistris, primo cittadino di Napoli, è stato sospeso dalla carica di sindaco per effetto della legge Severino, dopo la sentenza del Tribunale di Roma, del 24 settembre scorso, che lo ha condannato a un anno e tre mesi per concorso in abuso d'ufficio, insieme al consulente informatico Gioacchino Genchi, per aver acquisito i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza la necessaria autorizzazione da parte delle camere, nell'ambito dell'inchiesta "Why Not", svolta quando de Magistris era pubblico ministero a Catanzaro.

Già subito dopo la sentenza, de Magistris aveva escluso di volersi dimettere, come gli veniva chiesto e non solo dall'opposizione. Anzi era partito all'attacco, scagliandosi contro la magistratura, della quale anche lui faceva parte fino a poco fa, attirandosi le critiche di molti.

 Adesso che il Prefetto di Napoli, Francesco Musolino, ha firmato la sospensione che gli è stata notificata dal presidente del Consiglio comunale, Raimondo Pasquino, de Magistris l'ha accettata e firmata, ribadendo la propria fiducia nelle istituzioni, non senza aver confessato di essersi sentito tentato di scegliere la disobbedienza civile. Le funzioni di primo cittadino sono passate al vice sindaco, Tommaso Sodano.

Quest'ennesima polemica ha mostrato una volta in più come la politica sia lontana dalle persone, dai loro problemi concreti e come l'eccesso di giustizialismo e l'eco mediatica che inevitabilmente ne consegue non aiutino il Paese reale nella vita di ogni giorno. Anzi distolgano le istituzioni e gli organi di stampa da ciò di cui la gente ha veramente bisogno.

In una città come Napoli, con tutti i suoi problemi, i cittadini che lottano ogni giorno con il traffico, i mezzi pubblici, la mancanza di lavoro, la carenza di servizi, ecc. non si appassionano per niente alle vicende giudiziarie del sindaco. Preferirebbero che lui e gli altri rappresentanti delle istituzioni lavorassero di più per il popolo, impegnandosi per migliorare le condizioni di vita di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese.

Giovedì 2 ottobre, poi, a Napoli c'era il vertice della BCE, con gli immancabili cortei di antagonisti, traffico bloccato, scontri e tensioni con le forze dell'ordine. Quindi la città ha vissuto un'altra giornata difficile, non avendo molto tempo per interessarsi alla querelle tra sindaco (ex magistrato) e magistratura. D'altronde, la sospensione che, secondo la legge Severino, dovrebbe durare al massimo 18 mesi ,durerà prevedibilmente appena 3/4 mesi. Fino alla sentenza d'appello del processo "Why Not". L'umorismo partenopeo farebbe pensare ad una barzelletta. Ma si sa, la realtà supera di gran lunga la fantasia.

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