MppU: in dialogo sulle sfide della politica

Un convegno promosso dal Movimento Politico per l’Unità a Pompei. Il nodo delle riforme istituzionali, la legge sui partiti politici e il finanziamento pubblico, le proposte dei cattolici. La nascita di un Tavolo/Rete di confronto permanente

Si è svolto a Pompei, dal 9 all’11 giugno, il convegno nazionale del Movimento Politico per l’Unità, nato il 2 maggio 1996 a Napoli, per iniziativa della Serva di Dio Chiara Lubich. Ma, come spiegò lei stessa, l’ispirazione le venne proprio a Pompei, dove aveva ricevuto, il 30 aprile precedente, la cittadinanza onoraria.

I circa quaranta partecipanti, provenienti da tutta Italia, si sono confrontati sul tema: “La cultura del dialogo per le sfide della politica oggi”, raccontandosi, finalmente in presenza, dopo circa tre anni di riunioni online, le proprie esperienze, i tentativi di dialogo, i successi, le sconfitte, le iniziative in corso e i progetti per il futuro.

Momento centrale dell’incontro, la tavola rotonda “In dialogo sulle Riforme Istituzionali: Autonomia, governabilità, ruolo dei partiti”, moderata del giornalista Salvatore D’Angelo, con la partecipazione dei professori Ernesto Preziosi, storico, studioso, già parlamentare; Armando Lamberti, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Salerno, consigliere comunale e già assessore a Cava De’ Tirreni; e dei senatori Valeria Valente, del Partito Democratico, e Andrea De Priamo, di Fratelli d’Italia, entrambi membri della prima commissione Affari costituzionali del Senato.

Iole Mucciconi, componente del comitato scientifico di Mppu International, dirigente della Presidenza del Consiglio, ha introdotto la tavola rotonda evidenziando che i tre temi presi in esame: autonomia, governabilità e partiti politici si intrecciano e per questo il Movimento Politico per l’Unità auspica che a guidare un percorso riformatore sia una visione complessiva.

Una visione che tenga conto della esigenza di una rinnovata coesione sociale nel Paese, più che di un regionalismo dai profili divisivi, incentrato sulla tensione alla universalità delle risposte dei servizi pubblici. Così, per il tema della governabilità ha auspicato un percorso dialogante in Parlamento che porti a modifiche della forma di governo ampiamente condivise, anche per evitare la via referendaria rivelatasi fallimentare.

La senatrice Valente ha criticato la rigidità del governo sul primo confronto messo in campo con le opposizioni, che proponeva solo l’opzione tra elezione diretta del Presidente o del premier. Ha proposto un’apertura su alcune modifiche a costituzione invariata che rafforzino i poteri del premier, come il potere di nomina e revoca dei ministri, escludendo la ipotesi di elezione diretta del Presidente e ponendo su quella del premier o sindaco d’Italia un problema di alterazione dei pesi e contrappesi istituzionali.

Sul tema autonomia differenziata si è detta aperta a considerare l’applicazione del principio di sussidiarietà che valorizzi gli enti locali facendo anche autocritica sulla riforma del Titolo V, promossa dal centrosinistra che ha portato ad un regionalismo che ha, poi, marginalizzato gli enti più vicini ai cittadini, i Comuni. Ha rivendicato però un maggiore ruolo per il Parlamento. Ha espresso disponibilità al dialogo anche sulla riforma del sistema dei partiti, a partire da una rivalutazione del finanziamento pubblico e da una maggiore trasparenza verso i cittadini nell’impiego dei fondi.

Il senatore De Priamo ha affermato che l’attenzione del governo si sta concentrando sull’elezione del premier e ha dichiarato apertura, nelle sedi istituzionali, a considerare i rilievi e le proposte dell’opposizione, rivendicando all’attuale maggioranza l’iniziativa politica di attuare in corso di legislatura una riforma del sistema istituzionale attesa da decenni.

Per l’autonomia differenziata, ha ribadito che il meccanismo di perequazione, ancora in fase di definizione, dovrà garantire realmente una invarianza di risorse, da destinare alle regioni che non firmeranno accordi per l’autonomia, e si è fatto garante di una non penalizzazione di queste regioni. Questo lasciando, però, la libertà, alle regioni che lo chiederanno, di poter gestire in autonomia alcune funzioni, pur lasciando allo Stato una unitarietà di gestione e di indirizzo su aspetti di interesse e rilievo nazionale.

Sui partiti, il senatore De Priamo ha presentato, a propria firma, un disegno di legge di attuazione dell’art.49 della Costituzione su statuti, trasparenza e finanziamento dei partiti politici e anche da parte sua c’è stata apertura all’ipotesi di rivalutazione del finanziamento pubblico e la riforma dei ballottaggi.

Altro aspetto emerso tra le righe di entrambi i relatori è sicuramente una revisione della legge elettorale che sia coerente con la forma di Stato prescelta, con valutazione approfondita da fare in merito alla reintroduzione delle preferenze, che pure in passato hanno visto abusi e problematiche.

Ernesto Preziosi, storico, direttore di Argomenti 2000, ha sottolineato la necessità di portare le riflessioni del mondo cattolico nel dibattito sulle riforme, in particolare per non perdere l’ancoraggio ai valori fondanti della Costituzione. Riforme, quindi, a Costituzione invariata, pur riconoscendo la necessità di garantire maggiore governabilità e senza mortificare il ruolo delle assemblee parlamentari.

Ha, inoltre, sottolineato la necessità di procedere parallelamente a una legge per disciplinare i partiti politici e il finanziamento pubblico perché ogni riforma ha bisogno di una classe dirigente adeguata e riconoscibile, legittimata dal consenso democratico per recuperare fiducia nei cittadini.

Il prof. Lamberti ha espresso la propria preferenza per le modifiche a costituzione invariata ma, se si deciderà di intervenire sulla Costituzione, sarà necessario seguire il dispositivo di cui all’art. 138. Ha sottolineato l’esigenza di un principio di gradualità delle riforme e ha sostenuto che il problema di fondo è una crisi generale del sistema politico e della qualità della rappresentanza. A questa crisi si risponde con un recupero del tessuto sociale, con nuovi luoghi di aggregazione e con la riforma dei partiti stessi che tornino ad essere luoghi di partecipazione.

Al termine del dibattito è stata decisa la nascita di un Tavolo/Rete di confronto su questo tema, che si affianca a quelli già operanti su Immigrazione e Scuola, dei quali sono state presentati gli ultimi aggiornamenti.

La Rete Immigrazione, nata all’interno di Umanità Nuova, la diramazione del Movimento dei Focolari dedicata in modo speciale al sociale, collega un centinaio di organizzazioni e singole persone impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti, sotto tutti gli aspetti che li riguardano, dall’arrivo alla piena cittadinanza.

Il Tavolo parlamentare sulla Scuola porta avanti un dialogo fruttuoso tra associazioni di insegnanti e di personale della scuola e i responsabili–scuola dei vari partiti, con la presenza all’ultimo incontro anche del sottosegretario all’Istruzione, On. Paola Frassinetti.

Domenica mattina è intervenuto l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, che, riprendendo i principali interventi di papa Francesco sulla politica, ha fatto un parallelismo con l’impegno sociale del beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario, delle opere di carità e della stessa città mariana, del quale quest’anno si ricorda il 150° anniversario dell’arrivo nella valle di Pompei.

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