Morte sociale

È tremendo non avere orizzonti affettivi. Si arriva a dipendere da una telefonata…
alberi

Dall'altra riva dell'oceano mi arriva una telefonata:

“Forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti e che tutta questa tristezza in realtà non è mai esistita… I migliori anni della nostra vita”.
Questa canzone l’ascolto spesso, mi dà coraggio, voglia di ricominciare. La mia notte non è infinita. Ne sono sicuro. Quando mia moglie mi ha lasciato ho ricominciato a bere. Avevo quasi smesso. Ma sai, con tutte le serate di gala, con tutte le mostre che faccio… è stato quasi inevitabile. Ora nelle mie vene scorre alcol.

Io amo ancora Betty. Lei non immagina quanto mi manchi. E i miei figli sono stupendi. Lei li sta allontanando da me. Hanno l’età dell’indipendenza dalla famiglia.Vengono da me soltanto quando hanno bisogno di soldi o perché vogliono sfuggire alla madre. La seconda ha una mano più sicura della mia. Disegna che è una meraviglia. 
La casa, comprata con tutti i sacrifici della mia vita, l’ho data loro, è ovvio che vi abitino. E vivono tranquilli, senza di me. Questa esclusione è peggio della morte, è morte sociale. Se ti disprezza una persona qualsiasi è un conto, ma quando ti disprezza uno che ha il tuo sangue…

Ho comprato una scheda da sei dollari. Posso parlare con te per ore. Pensa che fortuna! Non ti chiedo neanche se è opportuno. Tu sei nel pieno della giornata e io, a New York,  sono appena uscito dalla doccia. Oggi lavorerò a casa.
È tremendo non avere orizzonti affettivi. Si arriva a dipendere da una telefonata… 

Se una volta verrai a trovarmi ti porto in un ristorante tipico italiano. Conosco i padroni. Sono gente semplice che s’è fatta i soldi lavorando sodo. Per loro tutti gli italiani sono “paisà”.

E' stata una delle sue ultime telefonate. Era un pittore. Quando mi è arrivata la notizia della sua morte, ho cercato il quadro che aveva dipinto per me: ora è una parola detta per sempre, assoluta.

(dal blog di Tanino Minuta

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