Mercurio Loi nella Roma papalina

Una nuova produzione della Sergio Bonelli editore sulle storie misteriose di un professore tra le strade dell'Urbe nella prima metà del XIX secolo. Tra Sherlock Holmes, e Dr House

Ogni mese in edicola, da giugno, è possibile trovare un nuovo mensile realizzato dalla Sergio Bonelli Editore; dietro copertine dipinte da Manuele Fior, autore cesenate già vincitore oltralpe nel 2011 di un prestigioso premio alla Convention di Angoulême del 2011, si possono seguire le vicende del protagonista che dà il titolo alla serie, Mercurio Loi.

Il debutto con una serie a colori, con un copertinista lontano dal fumetto seriale da edicola, sono solo alcuni dei cortocircuiti che rendono interessante questa operazione non solo dal punto di vista artistico, e ne parleremo dopo, ma anche da quello prettamente editoriale.

Per ordine: da decenni ancorato ad edizioni in bianco e nero, tanto da aver dato lavoro e fatto esplodere decine e decine di autori dal tratto potente e coinvolgente solo con l’utilizzo di un pennello e di un solo colore (il nero), la Bonelli da qualche lustro ha aperto le porte all’introduzione del colore nei suoi albi.

Inizialmente come tentativo di differenziare alcune serie dei suoi personaggi più famosi (Tex e Dylan Dog); poi perché strettamente collegato al tipo di albo per le serie dedicate ai personaggi di “Orfani”. Nel giro di pochi anni da eccezione il colore è diventato una buona abitudine e nascono progetti pensati e realizzati solo per la pubblicazione a colori.

Se per alcuni (il fantasy di Dragonero Young o dei 4Hoods – di là a venire -) si tratta di una necessità dovuta anche al target dei lettori che si vuol raggiungere, nel caso di Mercurio Loi è una vera e propria scelta di qualità di prodotto, che sintetizza l’investimento produttivo della casa editrice in un progetto fortemente voluto.

L’autore e creatore della serie è il romano Alessandro Bilotta e i disegnatori, come nella tradizione, sono, a rotazione, una ristretta cerchia di autori italiani di stimata esperienza. E, proposta in un momento in cui pare ci interessi solo l’ultimo tipo di app da scaricare sul tablet, la storia di Mercurio Loi è coraggiosamente fra le strade della Roma papalina della prima metà del XIX secolo.

Un nobiluomo che cammina indolente, armato di bastone e di grande cultura classica, ovviamente, sembra essere quanto di più lontano da un personaggio di interesse ai nostri giorni; se non fosse che non solo le storie narrate da Bilotta hanno un intreccio e un quid di intrigante che trascende l’ambientazione e che è facilmente interpretabile anche come metafora del momento in cui viviamo.

Nel gennaio 2015, nella serie antologica dal titolo “Le storie”, il buon Mercurio Loi ed il suo studente/assistente Ottone De Angelis debuttavano in una storia ottimamente illustrata da Matteo Mosca; la storia era praticamente un pilot, il cui successo ha fatto sì che l’editore prima ripubblicasse la storia in formato 22×31, a colori, in libreria e poi desse il via alle pubblicazioni in edicola della serie mensile, giunta al numero 3, in edicola dal 22 luglio con i disegni di Onofrio Catacchio.

Sarà interessante, per chi vorrà provarci, seguire le avventure di questo dandy “un po’ Sherlock Holmes, un po’ Dr House” che, nelle sue lunghe passeggiate nella città eterna, scopre e si fa coinvolgere da misteri e avvenimenti per nulla scontati. Le passioni dell’autore escono tutte prepotentemente dalle pagine delle storie raccontate nell’albo mensile; un amore per i superereroi e per il fumetto seriale che viene omaggiato continuamente da strutture, rimandi, colpi di scena, approcci “in medias res”. L’affetto, palpabile, per la propria città comunque raccontata in un momento particolare. Ma anche il piacere di descrivere le azioni ma soprattutto i pensieri logici di un personaggio che sente costantemente la necessità di mettere alla prova la propria intelligenza.

O anche il voler raccontare qualcosa di verosimilmente storico senza sentire la necessità di doverlo calare in date e avvenimenti precisi di cui ci si ricorda perché il vero romanzo storico non è tale perché fa continuamente riferimento a fatti realmente accaduti piuttosto perché riesce a raccontare un periodo storico attraverso anche (e solo) le persone comuni che girano attorno alla vita di Mercurio Loi

Sono queste, oltre all’innegabile qualità di scrittura di Bilotta ed alla perizia dei disegnatori visti all’opera fino ad ora (Matteo Mosca, Giampiero Casertano e Onofrio Catacchio) a rendere questa nuova sfida dell’editore meneghino meritevole di attenzione.

 

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