Mattarella in Polonia per il sostegno all’Ucraina sotto ogni profilo

Importanti interventi del presidente della Repubblica che nella sua visita di stato in Polonia ribadisce la condanna dei regimi fascisti sostenitori dei campi di sterminio e la necessità dell’aiuto militare a Kiev da parte dell’azione concorde di Ue e Nato
Sergio Mattarella e Andrezej Duda (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dimostra nei fatti che la sua rielezione plebiscitaria non è affatto a tempo, ma esprime in maniera sempre più decisa una linea di intervento sul piano della politica internazionale, grazie anche al largo consenso che gode in Parlamento e nella società.

La visita ufficiale in Polonia ha avuto un momento solenne ad Auschwitz-Birkenau, il luogo lugubre dell’orrore del regime nazista, dove Mattarella si è recato per la ricorrenza della Marcia dei Vivi in compagnia di due sorelle italiane sopravvissute a quel campo di sterminio: Tatiana e Andra Bucci.

Alla vigilia della festività italiana della Liberazione, il presidente non ha usato mezzi termini: «siamo qui oggi a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine orrendo contro l’umanità».

Il “mite” Mattarella ha pronunciato una sentenza di condanna irrevocabile definendo quanto accaduto con l’Olocausto e le altre grandi stragi sistematiche perpetrate dalla macchina nazifascista «un crimine atroce che non può conoscere né oblio né perdono».

Parole che non dovrebbero offrire più spazio a giustificazioni e distinguo che ancora persistono nel nostro Paese che, tra l’altro, è contrassegnato dal fatto che non ha vissuto un processo ai responsabili del regime fascista come quello di Norimberga avvenuto in Germania.

Il discorso assume un valore particolare perché viene a cadere a ridosso della memoria del 25 aprile che è una festa ancora divisiva a livello politico, mentre Mattarella decise di andare a rendere onore alle Fosse ardeatine a Roma all’indomani della sua prime elezione al Quirinale. Quel luogo è legato ad tragico eccidio di 335 vittime, da parte delle truppe di occupazione nazista, che resta tuttora contrassegnato da persistenti polemiche di carattere storiografico.

Ma il presidente della Repubblica ha voluto, nel suo intervento, rimarcare il legame con l’attualità per affermare che «non può essere ammesso nessun cedimento alle manifestazioni di intolleranza e di violenza, nessun arretramento nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, base del nostro convivere pacifico». Una prospettiva che va oltre la prospettiva interna per ribadire che «chi aggredisce l’ordine internazionale fondato su questi principi deve sapere che i popoli liberi sono e saranno uniti e determinati nel difenderli».

È stato, infatti, incentrato sul dovere di sostenere in tutti i modi l’Ucraina aggredita dall’invasione russa l’incontro molto cordiale avvenuto lunedì 17 aprile tra Mattarella e il presidente polacco Duda.

Il grosso problema che divide l’Italia dalla Polonia resta l’atteggiamento da parte dei Paesi dell’ex blocco sovietico con riferimento alla solidarietà richiesta nella gestione della questione migratoria. Su questo punto si è fatto cenno alla possibilità di poter arrivare ad una nuova politica dell’immigrazione da parte dell’Unione europea nel suo complesso.

Una speranza che trova fondamento sui valori condivisi tra Polonia e Italia nel segno della fedeltà atlantica e che si fa risalire al tributo versato dalle truppe polacche durante la liberazione della nostra penisola dall’occupazione tedesca dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Un pezzo di storia testimoniato dai grandi cimiteri distribuiti nella pianura stesa davanti alla rocca di Monte Cassino, sede del monastero fondato da san Benedetto e distrutto dai bombardamenti alleati. Migliaia di tombe di giovani soldati divisi per le diverse nazionalità.

Il testo dell’intervento del presidente Mattarella è molto chiaro nel ribadire la sintonia tra il presidente italiano e quello polacco  sul «sostegno all’Ucraina finché è necessario, finché occorre, sotto ogni profilo: di forniture militari, finanziario, umanitario, per la ricostruzione del Paese, con una convinzione che questo riguardi non soltanto l’Ucraina, e non soltanto i Paesi vicino all’Ucraina come la Polonia, ma riguardi tutti i Paesi che si richiamano alla libertà delle persone e dei popoli».

Una linea che ha visto perfettamente allineati sia il governo Draghi che quello della Meloni e ribadita fortemente da Mattarella secondo il quale «così come l’Alleanza atlantica, l’Unione europea è nata per difendere la libertà delle persone e dei popoli, per difendere la democrazia, per difendere lo Stato di diritto». Mattarella cita lo stesso Duda per avvertire che «se l’Ucraina fosse lasciata alla mercé di questa aggressione, altre ne seguirebbero. E la connessione mondiale precipiterebbe».

La Polonia è il Paese che è considerato il più fedele alleato degli Stati uniti e si avvia a diventare la prima forza armata all’interno della Nato, con piani di investimento che vanno bel oltre il 2% del Pil destinato alla Difesa come previsto dall’Italia come obiettivo procrastinato al 2028.

Prodi, da ex presidente di commissione Ue, ha fatto notare che ultimamente il presidente Usa Biden si sia recato direttamente a Varsavia prima ancora di incontrare i vertici dell’Unione europea. Un fatto che appare un segnale di indebolimento dei Paesi fondatori dell’Ue a favore dei nuovi arrivati dall’ex patto di Varsavia. Le esternazioni del presidente francese Macron, che ha ripreso toni gollisti nell’auspicare una posizione europea non vassalla degli Usa in seno all’Alleanza atlantica, risentono di questo disagio che, a quanto sembra, non ha intaccato il clima di grande cordialità espresso da Mattarella durante il suo viaggio in Polonia.

Un segnale importante per la politica e la società italiana nel suo insieme che sarà chiamata probabilmente a compiere nuove scelte davanti alla prosecuzione della guerra in terra di Ucraina. «Questa coesione dei Paesi dell’Alleanza e dell’Unione europea – ha ribadito Mattarella – è particolarmente importante da preservare in ogni passaggio, anche in avvenire».

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