Madre Teresa e l’India

Una dichiarazione di Mohan Bhagwat, leader del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), organizzazione fondamentalista indù, accende il dibattito attorno alla presenza delle minoranze religiose nel Paese
Madre Teresa

«Madre Teresa aiutava i poveri per obbligarli a diventare cristiani». La dichiarazione di Mohan Bhagwat, leader del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), l’organizzazione fondamentalista indù capace di penetrare capillarmente nel tessuto della società Indiana dove da decenni opera in nome di un India Hindu, ha suscitato una catena di reazioni che sono arrivate anche a creare una situazione caotica nel Parlamento indiano. L’opposizione, infatti, ha accusato l’organizzazione indù, ritenuta la vera mente dell’attuale governo del Bharatya Janata Party (BJP) guidato dal premier Narendra Modi, di creare inutili tensioni sociali all’interno del Paese e di usarle, poi, a fini di manipolazioni politiche.

In effetti, la situazione delle minoranze è piuttosto critica del nuovo corso politico. Negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi attacchi a chiese, scuole ed altre istituzioni cristiane, anche cattoliche, di fronte alle quali l’autorità politica ma ha mai preso posizione. Solo di recente il primo ministro Modi ha assicurato ufficialmente il mondo cristiano che sarà garantita una maggiore sicurezza delle rispettive istituzioni. Non pochi osservatori hanno, tuttavia, attirato l’attenzione dei media sul fatto che Modi ed il governo hanno parlato solo dopo la cocente sconfitta del loro partito nelle elezioni locali dello stato della capitale, Delhi, dove il BJP è stato nettamente superato dal partito emergente dello scenario politico indiano, l’Am Admi Party (il Partito dell’Uomo Qualunque), fondato a fine 2012 e già capace di avere un ruolo importante nella complessa situazione politica del sub-continente indiano.

Anche la Chiesa cattolica si è fatta sentire senza mezzi termini. Il portavoce dell'arcidiocesi di Mumbai, ha criticato duramente le dichiarazioni fatte dal capo delle RSS definendolo «un atto arrogante, scorretto, fuorviante, malizioso e in malafede».  Ed ha ribadito che «la Chiesa cattolica non riconosce le conversioni fatte con la forza o con l'inganno». Il problema delle conversioni è da tempo al centro di un acceso dibattito politico, sia a livello locale – dove alcuni stati hanno introdotto una legislazione anti-conversione – che nazionale dove alcune forze politiche sarebbero a favore di un anti-conversion bill. Quello che si chiede alla Chiesa è una dichiarazione pubblica chiara ed inequivocabile contro le conversioni. Da parte cristiana, cattolica in particolare, si insiste, invece, sul fatto che una simile legge sarebbe contraria alla libertà religiosa, come diritto fondamentale, fra l’altro, garantito dall'art.25 della Costituzione dell'India. Tale articolo stabilisce che «salvo l'ordine pubblico, la moralità e la salute, e altre disposizioni di questa Parte, tutte le persone hanno ugualmente diritto alla libertà di coscienza e a professare, praticare e propagare liberamente una religione».

In questo contesto, si ribadisce che nonè solo triste, ma anche sconvolgente che Mohan Bagwat, il capo della Rashtriyaswayamsevak Sangh (Rss), e i suoi compari estremisti debbano accusare Madre Teresa di avere un progetto di conversione al cristianesimo come obiettivo principale della sua missione di carità. La dichiarazione considera l’affermazione del leader politico come «un tentativo di infangare la stima di chi è stato tenuto in così alta considerazione non solo dalla nostra nazione – che le ha conferito il più alto conferimento previsto dal governo indiano, il Bharat Ratna -, ma [che è stato] anche salutato dal mondo come un angelo di misericordia per il suo servizio disinteressato rivolto ai poveri e agli emarginati».

Si tratta, infatti, di un tentativo di sollevare lo spauracchio delle conversioni illegali con dichiarazioni vuote, dato che si basano su un'ipotesi. Madre Teresa non si è mai permessa di convertire qualcuno, è stata un testimone puro di tutti quelli che hanno ricevuto personalmente la sua carità. Le persone sagge e oneste di altre fedi che hanno collaborato con lei e hanno sperimentato la trasparente sincerità del suo servizio disinteressato si sono fatte avanti in grandi numeri per garantire per la sua integrità, e per affermare che lei non ha mai richiesto, né obbligato qualcuno alla conversione. I figli di altre religioni che si sono affidati alle sue cure non hanno cambiato la loro fede e continuano a farlo. La nazione è indignata da simili accuse senza fondamento.

Come detto anche l’opposizione politica ha reagito con veemenza ed i lavori del Parlamento hanno dovuto essere sospesi. La dichiarazione del leader fondamentalista è stata, senza dubbio, fuori luogo in un Paese dove Madre Teresa era considerata santa fin da quando era in India e vista come icona del cristianesimo e del suo impegno nella carità.

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