L’uomo forte

Secondo un sondaggio (la Repubblica-Demos&Pi), è in aumento, rispetto a rilevazioni effettuate in anni precedenti, la convinzione che siano necessarie al nostro Paese persone determinate

Ennesimo sondaggio (la Repubblica-Demos&Pi) che ci comunica come il 79 per cento degli italiani ritenga che per governare il nostro Paese attualmente sia necessario un “uomo forte” rispetto al 68 per cento del 2014 e al 49 per cento del 2004.

Nulla di sorprendente nell’epoca dei Vladimir Putin, dei Donald Trump, dei Tayyip Erdogan, dei General Sisi, dei Viktor Orban… Ma anche di Angela Merkel e Theresa May e Beata Szydło e Marine Le Pen… Solo che queste ultime non sono maschi ma femmine, e nei fatti sono forti come e più dei maschi.

Bisognerebbe cambiare l’espressione e parlare forse di “persone forti“, ma non si otterrebbe la stessa efficacia semantica. Allora si potrebbe scegliere “leader forte”, ma l’assonanza non sarebbe equivalente. L’immaginario collettivo pone ancora la forza necessaria ai politici nei bicipiti e nella durezza di carattere, nella intransigenza, nella capacità di imporsi e imporre il rispetto della legge (o della loro legge).

Ma la vera forza, quella che non diventa mai obsoleta, non è né maschile né femminile, è quella che ha radici spirituali, immateriali, che sa essere autorevole e non autoritaria, che sa fare della concretezza la verifica d’un pensiero forte. Che sa nella massima debolezza tirar fuori la massima forza. La verifica della forza reale dei vari Putin, Erdogan o Trump, delle varie May, Merkel e Szydło avverrà al momento dell’abbandono del potere, della discesa dal trono.

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