Luna, facci sognare ancora

Ferve più che mai la discussione su cosa fare e dove andare nello spazio. Ma la vera domanda è perché partire.

Eravamo orgogliosi, in quel luglio 1969. E ansiosi di vedere il paesaggio della Luna attraverso gli occhi di Armstrong, il primo astronauta a scendere la scaletta del modulo di allunaggio. Eravamo fiduciosi nel futuro. La razza umana si lasciava finalmente alle spalle il fragile pianeta su cui era nata, per posare il piede su un altro mondo, sconosciuto e inospitale.

Eravamo decisi e sicuri di noi. Dopo la Luna, e la base permanente da impiantare su di essa, in pochi anni avremmo conquistato di slancio Marte e il sistema solare, poi la nostra galassia, la via lattea e… l’infinito.

 

Polvere

 

In effetti, nella gara tra Russia e Stati Uniti, in soli dieci anni avevamo bruciato le tappe verso la Luna. I successi iniziali erano stati tutti dei russi: primo volo senza equipaggio della navicella Sputnik nel 1957 – “Bandiera russa nello spazio”, titola L’Unità –, primo satellite che raggiunge e si schianta sulla Luna nel ’59 – “Precisione miracolosa”, sempre L’Unità –, primo uomo in orbita intorno alla Terra, Yuri Gagarin, nel ’61, prima donna, Valentina Tereshkova, nel ’63, primo allunaggio dolce di una sonda nel ’66.

Gli americani rincorrono affannosamente, ma lo straordinario impegno economico ed organizzativo viene coronato dal successo solo tre anni più tardi, nella fatidica notte del 20 luglio 1969, quando il Lem – modulo di allunaggio – si posa sulla superficie grigia e polverosa della Luna.

Seguono altre missioni, l’avaria dell’Apollo 13 con il fortunoso rientro, l’analisi delle pietre della Luna, ma il mondo è ormai distratto, le missioni costano troppo, le prime pagine dei giornali riflettono altre priorità ed interessi. Qualcuno comincia a domandarsi se serva sprecare soldi per andare nello spazio quando ci sono problemi ben più urgenti da risolvere qui sulla Terra, mentre la gara tra le due superpotenze si sposta su altri fronti.

 

Acqua

 

Quarant’anni dopo com’è la situazione? Pian piano, con forti ritardi, molte spese, pochi entusiasmi, molta tenacia e una attiva collaborazione internazionale a cui partecipa anche l’Italia, abbiamo costruito buona parte della Stazione spaziale internazionale in orbita intorno alla Terra. Una volta completata, si spera entro l’anno prossimo, sarà il trampolino di lancio per la conquista di Marte.

Per la costruzione della Stazione sono stati essenziali gli shuttle, le navette americane riutilizzabili, che però sono ormai a fine corsa, mentre è in fase di sviluppo il nuovo sistema di trasporto spaziale Ares/Orion che dovrebbe essere operativo, finanziamenti del Congresso americano permettendo, verso il 2015.

Ma i programmi non sono chiari e ci sono molti dubbi: che andiamo a fare di nuovo sulla Luna? A ripetere l’esperienza di quarant’anni fa? L’unica vera novità sarebbe l’impianto di una base permanente da dove spiccare il volo verso Marte. Ma dove trovare l’energia per alimentarla e soprattutto l’acqua? Il problema numero uno è sempre l’acqua, perché senza di essa si muore di sete, non si coltiva niente e non si realizza il ritorno dell’uomo previsto nel 2020.

C’è chi afferma perentorio che è meglio lasciar perdere la Luna e andare subito su Marte. Ma forse la spinta decisiva la darà, come nel passato, la competizione, visto che nuovi protagonisti si affacciano sul mercato spaziale, prima fra tutti la Cina. Forse non mancheranno neanche i privati: qualcuno ha promesso un premio di trenta milioni di dollari al primo robot capace di arrivare sulla Luna e inviare a Terra foto ad alta risoluzione.

 

Terra

 

L’uomo della strada oggi non è certo interessato ed entusiasta come quarant’anni fa, quando la telecronaca dell’allunaggio fece la maggior audience della storia tv. Forse si è perso il fascino che ha sempre circondato la nostra compagna della notte (vedi box).

Qualcuno sostiene, prosaicamente, che siamo “obbligati” ad andare sulla Luna e su Marte perché, con il tasso attuale di crescita della popolazione mondiale e l’egoismo con cui divoriamo il nostro pianeta, presto non ci sarà più posto in nessun angolo. Non a caso, le nazioni con popolazione molto numerosa, come la Cina, hanno già iniziato ad acquistare estensioni di terra in Africa o in altri continenti “liberi”, in previsione di trasportarvi le eccedenze di popolazione prima del collasso finale.

Per cui la conquista di Luna e Marte risponderebbe solo alla necessità, per chi ci arriva prima, di piantare la propria bandiera su nuove terre abitabili per la razza umana in crescita senza fine.

A parte che le previsioni di crescita sono già state almeno in parte ridimensionate, c’è sempre la speranza che diminuisca l’egoismo dei ricchi nello sfruttare le risorse del pianeta. Ma forse c’è anche un altro motivo per continuare “insieme” l’avventura spaziale.

 

Sogno

 

Vogliamo considerare tutta la nostra vita come nient’altro che mangiare, dormire, pagare bollette e poco altro? O siamo fatti per guardare in alto, sognare, non accontentarci, perché ci urge dentro un’ansia di infinito mai del tutto soddisfatta? Nel numero 12/2009 di Città nuova, Bruno Cantamessa scriveva: «Chi non viaggia è triste… è più bello cercare un posto dove andare o annoiarsi di stare sempre nello stesso?».

Possiamo sperare che i nuovi presidenti appena eletti di Nasa ed Asi, le agenzie spaziali americana e italiana, sappiano sognare, oltre che far quadrare i conti. Ma al di là del loro impegno, la vera garanzia di un futuro “spaziale” ce la danno la cooperazione internazionale e i giovani, come quelli delle scuole che, in tutta Italia, si mettono in contatto diretto con gli astronauti della Stazione spaziale internazionale (ARISS school contact). L’ultimo collegamento è avvenuto da una scuola-tenda dell’Aquila. Loro, i ragazzi, non hanno bisogno di tanti ragionamenti, sanno istintivamente dove li chiama l’avventura e il senso di meraviglia.

 

 

O falce di luna calante

 

«Che fai tu, luna, in ciel?/ Dimmi, che fai, silenziosa luna?/ Sorgi la sera, e vai,/ contemplando i deserti; indi ti posi./ Ancor non sei tu paga/ di riandare i sempiterni calli?/ Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga/ di mirar queste valli?»

Leopardi – Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

 

«La luna… sembra quindi priva di una ragione di esistere, incapace com’è di produrre frutti o di dare origine, abitazione e possibilità di vita a uomini di una certa specie, che è la ragione per cui la Terra è venuta all’esistenza… C’è molto da discutere su questo, sia per scherzo che seriamente».

Plutarco – Moralia

 

«Sentir parlare di guerra da uomini che sono stati in guerra è sempre interessante; mentre sentir parlare della luna da un poeta che sulla luna non è mai stato è normalmente noioso».

Mark Twain – Vita sul Mississippi

 

«Un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità».

Neil Armstrong – primo uomo ad aver posato il piede sulla Luna

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