A luglio 2019 un caldo da record

Analizzando i dati, i ricercatori hanno rilevato un calore mai registrato nell'ultimo secolo. L’allarme delle associazioni ambientaliste.

Il mese di luglio di quest’anno è stato il più caldo degli ultimi 140 anni. Con una temperatura media globale di 0,95 gradi sopra la media del ventesimo secolo, è riuscito a superare il record del luglio di tre anni fa, cioè del 2016. I ghiacciai polari si sono ridotti ai minimi storici. Il Ghiacciaio Artico ad esempio è sceso del 19,8% sotto la media, mentre in Antartide siamo sotto del 4,3%. I dati arrivano dal Noaa, l’ente americano per le ricerche sull’atmosfera e gli oceani che confermano le stime dal programma europeo Copernicus.

Una situazione anche più drammatica perché dai dati del Noaa si nota che nove dei dieci mesi di luglio più caldi si sono verificati dopo il 2005, con gli ultimi cinque in cima alla classifica come i più roventi in assoluto. Le conseguenze sono ben visibili: scioglimenti dei ghiacciai, innalzamento dei mari, violenti temporali e tempeste tropicali.

In Italia Coldiretti lancia l’allarme: «Con +87% di tempeste e grandinate, luglio 2019 in Italia segna un nuovo record. Da Nord a Sud della penisola sono stati registrati 15 eventi estremi ogni giorno, quasi il doppio di quelli rilevati l’anno scorso». Temperature bollenti e calamità naturali che hanno distrutto le coltivazioni nei campi. Vigneti abbattuti, piante sradicate, serre divelte, frutta flagellata, campi allagati, soia e mais stesi a terra dalle forti tempeste di vento, trombe d’aria e temporali intensi accompagnati da grandinate devastanti con frane, strade di campagna impraticabili e pascoli isolati. Molte zone hanno chiesto lo stato di calamità.

Secondo l’associazione Coldiretti, si stimano danni per oltre 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni tra produzione agricola e infrastrutture. «In ballo – concludono gli esponenti di Coldiretti – c’è la sopravvivenza dell’agricoltura italiana che è la più green d’Europa con 5.155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, quasi 60mila aziende agricole biologiche e la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare».

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