L’Italia piange Mario, carabiniere ucciso

Il vice brigadiere originario del napoletano è stato accoltellato a morte nel centro di Roma: è il secondo militare ucciso dai malviventi negli ultimi mesi. Ferito anche un suo collega. Fermati due giovani americani. Oggi i funerali a Somma Vesuviana La rabbia e il dolore dei concittadini, dei colleghi e delle istituzioni. La commovente solidarietà della polizia, della guardia di finanza e dei vigili urbani di Roma.

Era il 13 giugno scorso quando Mario Cerciello Rega posava sorridendo in alta uniforme con la moglie Rosa Maria, nel giorno del loro matrimonio. Occhi pieni di emozione, sorrisi larghi e la mano in bella vista per mostrare l’anello che splendeva all’anulare. Vice brigadiere dei carabinieri, originario del quartiere Santa Maria del pozzo, nel comune di Somma Vesuviana in provincia di Napoli, aveva compiuto 35 anni meno di due settimane fa.

La vita di Mario si è interrotta ieri notte a Roma, in via Pietro Cossa, nel centrale quartiere Prati. Secondo le prime ricostruzioni, il carabiniere, mentre si trovava con altri colleghi, avrebbe fermato due uomini ritenuti responsabili dei reati di furto ed estorsione. Secondo i testimoni, i due malviventi avevano sottratto un borsello ad uno spacciatore (e non a una donna come era stato detto inizialmente), perché non avevano ricevuto la droga che credevano di aver comprato. Per restituire il borsello hanno chiesto il pagamento di 100 euro: il cosiddetto “cavallo di ritorno”. Un reato molto noto nel comune di Mario: i malviventi rubano un’auto o un altro bene e per restituirlo pretendono una certa somma di denaro.

Invece di incontrare da solo i due americani, la vittima del furto ha chiesto aiuto ai carabinieri. Insieme a loro l’uomo si è recato all’appuntamento e i militari in borghese hanno fermato i ladri. All’improvviso, però, uno dei due avrebbe estratto un coltello, colpendo per ben 8 volte Mario (l’autopsia rivelerà poi che i colpi sono stati 11), con i fendenti che hanno raggiunto anche il cuore e la schiena. Ferito anche un collega che era con lui. Trasportato d’urgenza in ospedale, Mario è morto poco dopo. Immediatamente è cominciata una caccia agli assassini. Varie persone sono state ascoltate dalle forze dell’ordine e i due americani sono stati fermati. Uno ha confessato di aver colpito il vice brigadiere. Non erano dunque coinvolti nordafricani, come si era detto in un primo momento, notizia che aveva provocato sui social attacchi razzisti e violenti nei confronti degli immigrati.

La notizia è stata accolta con dolore e incredulità nel suo paese di origine. Il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno, ha dichiarato il lutto cittadino. «Questa notte – ha scritto in un messaggio – un nostro concittadino, un amico, un bravo ragazzo e un degno servitore dello Stato, il vice brigadiere dei carabinieri Mario Rega Cerciello, 35 anni è stato ucciso a Roma mentre tentava di fermare due rapinatori che avevano derubato una donna. Una morte assurda che ci riempie di dolore, un giovane valente che aveva messo la sua vita al servizio del nostro Paese e credeva fermamente nel suo lavoro è stato accoltellato al cuore mentre difendeva una vittima».

Ma oggi è giorno di lutto anche per i carabinieri che su Facebook hanno espresso cordoglio per Mario, che – hanno scritto – aveva consacrato la sua esistenza agli altri e al dovere, segno di una «dedizione incondizionata e coraggiosa, di un amore pieno di speranze e di promesse. E la tragedia reca la cifra più alta: l’infinito. Il più vivo dolore per una mancanza che affligge 110 mila Carabinieri».

Commosso anche il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che spera che «si arrivi rapidamente alla cattura dei criminali responsabili» dell’omicidio, e quelli di tutte le forze politiche. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha annunciato «tolleranza zero per i delinquenti che hanno commesso questo vile atto». Commovente la solidarietà dimostrata dagli uomini della polizia e della guardia di finanza, che hanno portato il proprio cordoglio nelle stazioni dei carabinieri e, con una sfilata a sirene spiegate, anche al Comando generale dell’Arma.

Al di là delle polemiche, resta la morte assurda e inaccettabile di un lavoratore, che per il suo impegno aveva già ricevuto un economio, e che nel privato aiutava come volontario i poveri e accompagnava i malati nei pellegrinaggi. «Sono i carabinieri – ha detto al Sir monsignor Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia – il principale presidio di legalità nelle nostre città e contrade, primo riferimento per i piccoli e grandi problemi quotidiani grazie ai quali la gente ritrova sicurezza e fiducia. Il dolore per il dramma che oggi si è consumato mi spinge a esprimere la speranza di una maggiore attenzione per coloro che vegliano sulla sicurezza di tutti noi». Nei giorni scorsi, un altro carabiniere era stato ferito a Terni, mentre lo scorso aprile a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, era stato ucciso il maresciallo Vincenzo Di Gennaro, prossimo alle nozze,  di 46 anni. L’aggressore, un pregiudicato del posto, aveva ferito anche un altro militare.

 

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