L’importante è partecipare

Un concorso anomalo ha guadagnato in questi giorni l'onore delle cronache: quello per aggiudicarsi le frequenze della tv digitale
Il cavallo simbolo RAI

Diciamolo. Non è questo il momento per i concorsi di bellezza. Già Miss Italia è in crisi e tra austerità e tagli, sobrietà e sacrifici, non se la passa troppo bene neanche il beauty contest (letteralmente “concorso di bellezza”, appunto)voluto dal governo Berlusconi: così che tecnicamente viene chiamata la gara per aggiudicarsi le frequenze tv per il digitale. Un concorso piuttosto anomalo, perché per vincere non occorre battere avversari a colpi di rilanci: basta partecipare. Non un soldo da versare, ma tanti da guadagnare, rivendendo domani a prezzo di mercato quanto dallo Stato regalato oggi.

 

Una questione passata per settimane sotto silenzio, ed invece esplosa prima sui giornali e poi in Parlamento, nei giorni in cui invece ai cittadini si chiedevano lacrime e sangue. A conti fatti, sul modello di quanto avvenuto già nella telefonia mobile, mettendo all’asta quanto si promette di donare nelle casse vuote dello Stato potrebbe entrare un bel gruzzoletto: diversi miliardi d’euro che, ad esempio, potrebbero rendere più lieve la vita dei pensionati. Una vicenda subito diventata sensibile, dal momento che negli ultimi vent’anni nulla ha mandato in fibrillazione il Palazzo quanto i provvedimenti che puntavano a riordinare il sistema radiotelevisivo, gioiello di famiglia e cuore pulsante dell’impero berlusconiano.

 

È bastato così che un burlone si facesse gioco dell’agenzia Ansa, spacciandosi su Twitter per il superministro Corrado Passera e annunciando che l’asta il nuovo governo l’avrebbe fatta, per scatenare in pochi minuti un putiferio tra i partiti. Nervi scoperti perché a ben guardare, tra le aziende coinvolte nella vicenda, chi pagherebbe il prezzo più alto di un regalo che diventasse gara vera sarebbe proprio Mediaset. Non certo la Rai piena di debiti, che a caval donato non aveva guardato in bocca, ma a regole mutate, non in grado di giocare al rialzo al mercante in fiera degli spazi sul digitale.

 

Il premier Monti, prima cauto, sembra ora possibilista, deciso comunque a scacciare i sospetti di un possibile scambio tra l’appoggio in Parlamento del Popolo della libertà al governo con un via libera all’assegnazione senza gara. Quale che sia la decisione finale sarà anche da questi particolari che si giudicherà il professore. Nell’Italia dei conflitti d’interessi, delle caste, delle corporazioni, serve che torni quanto prima in campo il commissario europeo alla concorrenza che già mise alle corde un gigante come Microsoft.

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