Libertà di Alfred Brendel

Roma, Accademia Nazionale Santa Cecilia. ¦L’addio è sempre un momento un poco triste. Se poi riguarda un artista come Brendel, musicista e letterato cosmopolita, sembra un evento irrimediabile, nonostante la vastità della sua discografia. La quale però mai restituisce la peculiarità di un concerto dal vivo. In esso, infatti – e Brendel qui è un vero mago – compositore, interprete e pubblico vivono in un flusso triadico ininterrotto che genera, come un miracolo, l’Arte. Nell’ultimo concerto romano, a 77 anni, deciso ormai a ritirarsi dalla scena – un atto di onestà intellettuale che gli fa onore, rifiutando di concedersi ulteriormente al pubblico per un inutile narcisismo -, egli ha fatto vivere la musica come espressione della bellezza inafferrabile. Il suo suono, il tocco, il fraseggiare, così personali, evocano immediatamente qualcosa di assoluto. Brendel non è geometrico come Pollini, ipersensibile come Lupu, morbido come Kissin, passionale come Sokolov, perfetto come Zimmerman, trasparente come Prosseda, per citare alcuni dei giovani e vecchi colleghi. Il pianoforte in lui diventa una sola cosa grande, paragonabile all’orche stra. La fantasia del vecchio Haydn (Variazioni in fa min. hob.XVII:6), l’astuzia del giovane Mozart (Sonata in fa magg. K. 533), l’om brosità burrascosa di Beethoven (Sonata n. 13 in mi b. magg. quasi una fantasia) e infine la poesia drammatica di Schubert (Sonata in si b. magg. D. 960) vengono rese con densità orchestrale. Brendel non esagera, è padrone delle pause (mirabili, sono silenzi pieni di musica) e del ritmo veloce, scorre negli arpeggi e nei trilli, e si libra sulla partitura come stesse volando, ma raso terra. Intelligenza e cuore infatti convivono in equilibrio. Ne nasce una libertà interpretativa superiore, perché egli – libero anche da sé stesso – ascolta solo, eretto e semplice, senza istrionismi, la Musica. Naturale che diventi interminabile la standing ovation del pubblico. Al quale regala tre bis dell’amato Schubert. Estate Musicale Festival International de Piano. La 28a edizione vede 102 concerti nei parchi della Provenza, dal barocco al jazz. Fra i pianisti, Ciccolini, Sokolov, Brendel, Zacharias. In programma, l’integrale pianistica di Ravel. La Roque d’Anthéron. Dal 19/7 al 22/8. www.festival-piano.com 33° Cantiere internazionale di Montepulciano. Il Diario di Nijinskij, opera di Glanert, apre la rassegna: musica antica (violoncello, Giordano Antonelli) e moderna (pianista Paolo Vergari), danza e teatro (prima di Due pantofole in valigia di M. Rossi). Fra i solisti, Alexander Lonquich. Dal 19/7 al 2/8. 63° Sagra Musicale Umbra. Dedicata a Dante, con eventi spirati alla sua opera. Apre con la Missa solemnis diretta da G. Kuhn, incontra Sciarrino, Chiara Muti, e il cinema su Dante. Perugia e dintorni, 12-26/9.

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