Lettera-bomba ferisce l’ex premier Papademos

Politici e opinione pubblica sono scioccati dall’attentato avvenuto contro l’ex premier Loukas Papademos giovedì alle ore 18:45 all’incrocio tra via 3 Settembre e via Marni, vicino l’area del museo archeologico di Atene. La lettera-bomba è scoppiata nelle mani dell’ex premier che si trovava nella sua auto blindata con altre due persone e l’autista, tutti ricoverati all’ospedale Evvagelismos. Papademos rimane in terapia intensiva, ma solo per precauzione. Chi c'è dietro l'attentato?

Anche se è ancora molto presto per tirare delle conclusioni precise la polizia crede che dietro l’attentato ci sia un gruppo terrorista chiamato “Cospirazione delle cellule di fuoco” che poco tempo fa ha rivendicato la responsabilità delle lettere-bombe alla sede di Parigi del Fondo monetario internazionale e al ministero tedesco delle Finanze. Finora il gruppo non ha rivendicato la respondabilità per l’attentato contro Papademos e il fatto preoccupa la polizia perché questo potrebbe essere solo un primo attentato di una serie progettati dalla Cospirazione.

In ogni caso, questa è la prima volta che un ex premier viene colpito da terroristi in Grecia. Forse una spiegazione si trova nel timing dell’attentato e nel profilo di Papademos: tre giorni dopo il naufragio dell’Eurogruppo che non ha dato i risultati anticipati dal governo sull’alleggerimento del debito greco, sulla conclusione della seconda valutazione, sull’approvazione dell’esborso della tranche e una settimana dopo la votazione del Quarto memorandum che impone nuove misure di austerità a un popolo già stremato che si trova di nuovo in piazza a gridare: «Non posso più pagare, non ho nient’altro da dare».

Per quanto riguarda Papademos, è stato governatore della Banca centrale greca (1994-2002), vice-presidente della Banca centrale europea (2002-2010), primo ministro, di transizione, (su suggerimento di Manuel Barroso) di un governo di larghe intese (2011-2012) formato dalla cooperazione di Pasok (socialisti), Nea demokratia (destra) e Laos (all’origine di Anel oggi−partito nazionalista) che ha firmato il secondo piano di salvataggio del Paese dopo la caduta di G. Papandreou. Il suo nome è stato associato al primo taglio del debito publico (Psi-Private sector involvement) che però ha portato sull’orlo del fallimento enti di assicurazione pubblica e molti cittadini che avevano investito sui titoli di Stato. In breve, Papademos aveva tutte le “qualità” per diventare un obiettivo del terrorismo interno che è ancora vivo e attivo. Si era a conoscenza che il suo nome era stato trovato nella lista di una terrorista, Pola Rupa (di Lotta rivoluzionaria), che è stata catturata dalla polizia due anni fa. Si vede che il fine dei terroristi non era di uccidere l’ex premier, ma di far intendere che potrebbero farlo di nuovo e non solo contro di lui.

La maggiore preoccupazione dell’unità anti-terrorismo della polizia è che si tratti della continuazione del “Piano Nemessis 2” che include la spedizione di lettere-bombe con la possibilità che ci siano altri pacchi simili già spediti.  Secondo la polizia, il terrorismo interno sta sviluppando una asimmetrica minaccia. Negli ultimi 8 mesi ci sono stati dieci attachi a prosecutori, deputati, ambasciate, unità speciali della polizia, ecc… Ci potrebbe essere una competizione atipica tra vari gruppi terroristi che si manifesta con attachi consecutivi.

Per capire il terrorismo interno e le sue cause ci vorrebbe una lunga analisi, ma resta il fatto che il Paese, già molto vulnerabile per la crisi, debba affrontare anche questa emergenza che, insieme all’estrema austerità, non aiuta da nessun punto di vista, teoretico o pratico.

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