L’esigenza della fraternità politica in Italia

Intervista a Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità. Da quale analisi partire di fronte al predominio della finanza? Come rispondere concretamente al disagio sociale crescente nel Paese
Proteste dei forconi

Di fronte agli esiti incerti della crisi attuale, la proposta della fraternità in politica si palesa in tutta la sua urgenza e necessità. Abbiamo rivolto perciò alcune domande a Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità (Mppu) in Italia. Non si tratta di imporre decaloghi di buon comportamento, ma di entrare dentro le questioni vive della storia attuale del Paese come ha fatto di recente il Mppu che ha proposto l’inizio di un laboratorio aperto sulla questione lavoro che, troppe volte, vuol dire carenza di occupazione ed esclusione.

Come rispondere in maniera credibile al grido di chi non ce la fa più senza cadere nel moralismo?
«La crisi attuale, definita anche dal sociologo Mauro Magatti “la Grande Contrazione ( 2008-2013)”, è una crisi di sistema, di carattere epocale quanto al cambio di paradigma dall'individualismo narcisistico all'economia civile  e  all'economia sociale di mercato. L'espansione sfrenata dell'economia finanziaria con i suoi azzardi ha finito per travolgere l'economia reale, l'occupazione e la stessa politica. Cosa è successo in questo tempo? Il primato è stato assunto  dal denaro a scapito del lavoro, della dignità delle persone  gettate via nelle periferie esistenziali come "scarto", come "avanzi". Il Movimento politico per l'unità, fondato da Chiara Lubich con profetica lungimiranza nel 1996,  si pone dentro questa ferita dell'umanità con la proposta della fraternità in politica. Si tratta di un percorso arduo dentro i conflitti sociali alla ricerca di soluzioni condivise da soggetti appartenenti a mondi diversi in ascolto reciproco, tra laici e cattolici, tra parlamentari ed amministratori locali di centrodestra e di centrosinistra, tra esperti dell'economia civile e politici, tra giovani ed anziani.

Ci faccia qualche esempio…

«Questo è quanto avviato nel Laboratorio parlamentare su "Giovani, lavoro e politiche familiari attive", il 26 novembre scorso. Un  ruolo fondamentale è  svolto dai cittadini attivi nei territori per dare gambe alle idee, come con Slot Mob. E questo cosa comporta in concreto? E' giunto anche a noi il grido di chi arranca e non ce la fa. Abbiamo deciso come Mppu nel nostro Congresso di Loppiano  di prendere posizione  pur non essendo un partito, dalla parte degli ultimi per ritornare al primato della politica e della giustizia sociale. Troppe ineguaglianze economiche, alimentate dal cosiddetto  finanz-capitalismo, generano dolore, precarietà, movimenti di protesta anche violenti nonché difficoltà di ripresa economica per insufficienza di domanda dopo una lunga recessione». 

Oltre le critiche verso la politica  e i suoi costi, quello che emerge è il sentimento diffuso di non essere rappresentati. È solo una conseguenza del sistema elettorale oppure si tratta di qualcosa di molto più profondo?
«Le incertezze della democrazia rappresentativa sono allo studio degli esperti di tutto il mondo. In Italia  queste sono aggravate da una legge elettorale che ha prodotto spesso  nominati dai segretari di partito più che rappresentanti della Nazione. E' una crisi del sistema politico, di equilibro tra i poteri, di una intera classe dirigente, quella della cosiddetta Seconda Repubblica. E' crisi dei partiti, crisi  economica e sociale. Ai partiti di massa con le loro culture politiche si sono sostituiti spesso partiti personali "pigliatutto" che agiscono come macchine elettorali con spese folli, come abbiamo visto in alcuni Consigli regionali. I cittadini cominciano ad arrabbiarsi per gli alti costi della politica, spesso bloccata ed impotente.  Che fare, dunque?   Noi  come Mppu proponiamo sobrietà, fraternità, risposte politiche, riforme costituzionali come la fiducia monocamerale, il dimezzamento dei parlamentari e l'abolizione dei privilegi, riforma  della legge elettorale per restituire ai cittadini il potere di scelta dei rappresentanti insieme alla governabilità. E' necessaria poi l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti sostituendolo con un meccanismo simile al due  per mille e con servizi offerti ai gruppi parlamentari. La buona politica costa e va sostenuta, certificando però i bilanci, promovendo  scuole di formazione, riviste culturali, fondazioni per  pensare e per progettare il futuro. 

Si possono cogliere dei segnali interessanti nell’ambito politico?  

«All'orizzonte, in questi giorni, si intravvede un ricambio generazionale di classe dirigente. E' una speranza per l'Italia che  non deve  portare a nuove delusioni. La nostra visione di una democrazia partecipativa e deliberativa ci porta a gioire quando milioni di cittadini o anche solo  alcune  decine di migliaia scelgono il segretario di un partito come nel caso del PD e della Lega. Ci auguriamo che questo avvenga anche per il centrodestra, altra gamba del sistema bipolare. Ci auguriamo   che venga raccolta tutta la domanda di cambiamento che il M5S grida, sia pure con il suo stile,  da alcuni anni ormai. Bisogna rafforzare la politica, creare una classe dirigenziale politica diversa e di spessore, plurale, diffusa nelle città, collaborativa, connessa con la mente oltre che con la pancia dei cittadini».

Eppure come si può parlare ancora di politica quando le scelte fondamentali sono prese in altre sedi non democratiche?
«Comanda il denaro. Cosa c'è di più antidemocratico ed antipolitico? Torniamo presto al primato della politica sulla finanza, regolamentandola per porla al servizio del lavoro, dell'industria, dell'agricoltura, del Terzo settore, della cultura,  delle Pmi, dell'artigianato. L'Europa deve battere un colpo, prima che si sgretoli per egoismi nazionali e per lo strapotere della finanza internazionale. L'Europa , una e plurale, può diventare la società  più avanzata della conoscenza e della fraternità per un mondo unito». 

Quali sono i provvedimenti necessari in questo momento che richiedono la capacità di una soluzione unitaria senza abbattere le differenze?
«Tutti sanno cosa bisogna fare in questo momento: misure urgenti per il lavoro, per i giovani in particolare, riduzione della spesa pubblica improduttiva e aumento degli investimenti, misure come il reddito di inclusione sociale contro la povertà, siamo insieme alle Acli, Caritas  ed altri in una  alleanza nazionale per questo obiettivo. Occorrono misure nuove e radicali contro l'evasione fiscale semplificando il sistema tributario, la riforma della giustizia e quella  elettorale. Non fare questi passi in modo unitario sarebbe uno schiaffo alla povera gente che soffre dell’assenza di politica, che è l'arte di trovare fraternamente le soluzioni per il bene comune».

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