Le critiche di Banca etica a Finmeccanica

Il rappresentante del governo non ha preso parola nell’assemblea dei soci del gruppo in via di progressiva conversione industriale verso il militare. L’Amministratore delegato ha dovuto rispondere, invece, a Mauro Meggiolaro, qui intervistato, che è intervenuto con dati e analisi critiche elaborate dalla Fondazione culturale di Banca etica. Prossima tappa il 12 maggio con l’Eni
Meggiolaro

Come abbiamo già riferito, Banca etica è intervenuta, lo scorso 28 aprile,  nell’assemblea dei soci di Finmeccanica per criticare apertamente l’operato del gruppo industriale che si sta sempre più posizionando in via prevalente nel settore degli armamenti. Un competente intervento pronunciato indossando giacca e cravatta, secondo le regole, da Mauro Meggiolaro con il quale cerchiamo di approfondire il senso e l’utilità di questo tipo di pressione della società civile e responsabile davanti al silenzio dei rappresentanti di coloro che dovrebbero rappresentare quel  capitale di maggioranza (30,20 per cento) che resta in mano al ministero dell’economia e delle finanze.

 
Sei intervenuto come azionista critico. Che vuol dire?

«Essere "azionisti critici" significa intervenire alle assemblee degli azionisti delle imprese quotate in borsa, rivolgendo
all'amministratore delegato, al presidente e all'intero consiglio di amministrazione domande critiche su temi sociali e ambientali.  La Fondazione culturale di Banca Etica è pioniera in Italia nell’azionariato critico: una pratica di democrazia economica molto diffusa nei paesi anglosassoni. In collaborazione con le Ong più competenti in materia di tutela dell’ambiente e dei diritti umani la Fondazione sceglie alcune aziende dai comportamenti controversi e ne acquista piccoli pacchetti azionari allo scopo di partecipare alle assemblee generali e portare in quella sede tematiche di responsabilità sociale e ambientale. Dal 2008 partecipiamo alle assemblee di Eni ed Enel, con l'aiuto di Re:Common, Amnesty Italia e Greenpeace Italia. Quest'anno siamo stati per la prima volta da Finmeccanica, con l'appoggio della Rete Disarmo».

 

Che potere di parola si ha con tre azioni?

«Con tre azioni si ha lo stesso potere di parola di un'azionista che ne ha 100 mila. In realtà basta anche una sola azione per partecipare all'assemblea di un'impresa, fare domande e votare. Gli interventi devono essere preparati con molta attenzione, citando numeri e statistiche e facendo sempre riferimento ai possibili effetti negativi che un comportamento poco responsabile dal punto di vista sociale o ambientale potrebbe avere sul bilancio dell'impresa».

 

A che serve parlare come rappresentanza di un’ estrema minoranza?

« L'azionista critico, indipendentemente dal numero di azioni, ha un vantaggio: se fa una domanda la società deve rispondergli. E se la risposta non è soddisfacente dopo l'assemblea si possono spedire nuove domande: con la società inizia un dialogo che dura tutto l'anno. Di solito in assemblea si portano le questioni che sono rimaste aperte
nonostante gli incontri, le chiamate e gli scambi di mail con le società».
 

Che tipo di reazione c'è stata al tuo intervento come Banca etica?

«Finmeccanica ha risposto al nostro intervento contestando i dati che abbiamo presentato: l'amministratore delegato ha detto che in realtà gli investimenti nella produzione civile (in particolare nel settore ferroviario) hanno portato a pesanti perdite per il gruppo. Noi però avevamo fatto riferimento all'aeronautica civile, non al settore ferroviario. L'amministratore delegato Moretti ha però aperto uno spiraglio sugli investimenti nella società Atr, per la produzione di aerei destinati
al traffico passeggeri regionale. È su questo punto che punteremo nei prossimi incontri con la società. In assemblea è iniziato un percorso, un dialogo con l'impresa che speriamo porti buoni frutti».

 

Avete anche formulato domande scritte. Le risposte ricevute sono interessanti?

«Le risposte scritte si riferiscono alle circa venti domande che abbiamo mandato prima dell'assemblea, a cui la società deve rispondere entro il giorno dell'assemblea (in base a una legge del 2011). Di solito inviamo in forma scritta le domande più tecniche e ci riserviamo per il giorno dell'assemblea i temi di maggiore impatto, che possono interessare anche agli altri azionisti e ai media. A prima vista le risposte scritte di Finmeccanica ci sembrano piuttosto generiche ma ci riserviamo di valutarle con più attenzione assieme a Rete Disarmo nei prossimi giorni, formulando poi nuove domande che invieremo alla società prima dell'estate».
 

Cosa ha detto il rappresentante del governo italiano in quest’assemblea di Finmeccanica?

«Il rappresentante del ministero del Tesoro, che è il maggiore azionista di Finmeccanica con il 30,2 per cento, non è intervenuto sull'approvazione del bilancio. Lo consideriamo un fatto grave: il governo dovrebbe spiegare agli azionisti quale indirizzo intende dare alla più grande industria militare del Paese e, soprattutto, dovrebbe spiegarci perché l'articolo 1 comma 3 della legge 185/90, quello secondo cui il governo promuove la "conversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa", è rimasto lettera morta».
 

Quali altri interventi avete in programma come azionisti critici?

«Dopo Finmeccanica saremo presenti alle assemblee di Eni, il 12 maggio e di Enel, il 26 maggio. Entrambe le assemblee potranno essere seguite su twitter (@FcreFondazione) e sul sito della Fondazione Banca Etica». 

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