Le barche rovesciate di Fabrizio Plessi

A Venezia l’artista di Reggio Emilia espone una grande installazione che evoca il mare, con quattordici chiglie di legno dell’isola di Maiorca
Plessi

È l’acqua, elemento ancestrale e contemporaneo, la protagonista, ancora una volta, del lavoro di Fabrizio Plessi. E Venezia, la città d’acqua per eccellenza, il contenitore. “L’acqua è sempre stata il motivo dominante della mia vita e del mio itinerario artistico e culturale” ha affermato lo stesso Plessi. È questo elemento naturale la fonte ispiratrice di molte sue creazioni conosciute, siano esse installazioni, film, videotape e performance.

 

Ma, per la prima volta, con l’installazione dal titolo “Plessi. Liquid light”, l’artista emiliano rinuncia all’utilizzo di monitor e di schermi al plasma, per evocare l’acqua. E lo fa col rumore delle onde del mare e di quattordici chiglie disposte in lungo e rovesciate, dal cui interno fuoriesce una tenue luce azzurra. Azzurra è anche la luce diffusa nel vasto spazio dellaTesa 94 all’Arsenale che accoglie la grande installazione.

 

Le barche che la compongono sono le llaüt, le tradizionali imbarcazioni delle isole Baleari utilizzate per la pesca a strascico, ormai abbandonate dai pescatori a seguito dell’intervento della Comunità Europea che ha incentivato la loro dismissione. Una specie quasi estinta alla quale Plessi, dopo una fase di minuziosa ricerca e recupero, quasi archeologico, nell’isola di Maiorca, ha voluto dar loro nuova vita rendendole contenuto e contenitore di questa opera quale omaggio al Mediterraneo. A ricordo di quel mare che non navigheranno più.

 

La materia di queste barche è memoria, nostalgia, ricordo di antichi colori consumati, ma la loro disposizione capovolta è quella di imbarcazioni pronte a mollare gli ormeggi per un viaggio infinito. Il rovesciamento delle chiglie sembra essere un commento ai nostri tempi, ai nostri valori, al mondo che è cambiato a ritmi vertiginosi, tanto da ribaltarsi. La barca diventa, così, architettura. L’architettura diventa rovina. La rovina ridiventa una barca. L’arte, per le sue misteriose ed imprevedibili strade è anche questo: salvare una memoria storica altrimenti abbandonata e dimenticata sotto una coltre di indifferenza e di ignoranza.

 

“Plessi. Liquid light”, Fondazione Alberto Peruzzo, col patrocinio del Consiglio Regionale Veneto e di Venice to Expo 2015. A Venezia, Tesa 94 all’Arsenale, fino al 22 novembre (Catalogo Peruzzo Editoriale).

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