L’amore vero che tutti ci unisce

Il 17 novembre scorso, al Grossmünster di Zurigo, dove Zwingli iniziò la sua Riforma, si è tenuto un incontro ecumenico al quale hanno partecipato più di 1300 persone, riformati e cattolici, provenienti da tutta la Svizzera. Nel corso della riunione, Chiara Lubich ha pronunciato la preghiera che riportiamo di seguito. Gesù, eccoci qui, responsabili di varie chiese e comunità ecclesiali, vescovi, cristiani e cristiane, impegnati come tasselli vivi nel grande mosaico ecumenico. Eccoci qui, uniti tutti, mediante il reciproco amore, nel tuo nome. Eccoci qui, colmi di speranza che tu sia presente in mezzo a noi, come hai promesso. Per questo ci rivolgiamo direttamente a te con i pensieri e sentimenti che tu conosci: la coscienza della nostra secolare disunità, il nostro peggior peccato, che avvertiamo come un grave peso sulle nostre spalle, ma anche col desiderio ardente del tuo perdono e la fede non meno viva nella tua infinita misericordia che sa non solo perdonare ma dimenticare. Siamo qui nello stesso tempo per renderti grazie di quanto, da cinque decenni circa, i cristiani di molte chiese, sospinti dallo Spirito Santo, hanno potuto fare per un riavvicinamento reciproco, in un nuovo fecondo dialogo d’amore. Cioè un intenso lavoro teologico, una generale sensibilizzazione nel popolo alla necessità di ricucire la tunica tua spezzata: fenomeno soprannaturale tutto questo, che mezzo secolo fa nessuno poteva prevedere. Nuova situazione, quindi, nuova speranza, giustificato ottimismo, risultato pensiamo soprattutto di tante preghiere ed offerte di sofferenze. Ma se questo è il quadro che non possiamo negare e che ci consola, non è meno vero, Gesù, che siamo tuttora divisi. Non è meno vero che anche adesso un’ombra nera copre la tua chiesa e non permette che attraverso noi tu sia rivelato al mondo, come dovrebbe essere, come era tuo desiderio quando sei venuto fra noi di persona, come ora lo vuoi stando lassù in Cielo. Gesù, tu sei nato, sei morto e risorto per tutti gli uomini della Terra. Hai fondato la tua chiesa che ha dato al Cielo eroi e santi senza numero. Ma, lo sai, c’è – e l’avvertiamo soprattutto in questi ultimi tempi – chi non ti vede, chi non ti conosce perché noi cristiani non abbiamo saputo mostrare la nostra divisa di veri tuoi seguaci, il nostro distintivo che era ed è soltanto l’unità. Però ora guarda al nostro povero amore per te, al desiderio di rimediare; guarda alla nostra volontà di reagire e fa’ sì che tutto, anche le attuali tragedie, cooperino al bene della tua chiesa. Non guardare a tutto quanto manca alla nostra perfetta unità. Guarda piuttosto, in modo particolare, all’amore vero che tutti ci unisce; al peso che diamo al comune battesimo, che ci fa tutti figli di Dio. E mentre chi ne ha il compito, lavora, studia, collabora con altri fratelli per la piena comunione fra le chiese, tu suggellaci, con la tua presenza fra noi, in modo tale da essere e apparire a tutti una sola comunità cristiana, preludio e testimonianza della chiesa che sarà. E poi accogli anche noi, assieme agli altri, come strumenti tuoi per questa tua sublime causa. E benedicici, aiutaci, infiammaci. Gesù, noi ripetiamo con te: “Che tutti siano uno”.

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