L’addio a Laura Biagiotti

Si sono tenuti questa mattina presso la basilica di santa Maria degli Angeli a Roma i funerali della stilista italiana considerata da tutti “l’ambasciatrice della moda italiana nel mondo”

Si sono tenuti questa mattina presso la basilica di santa Maria degli Angeli a Roma i funerali di Laura Biagiotti, la stilista italiana considerata da tutti “l’ambasciatrice della moda italiana nel mondo” che si è spenta nella notte di venerdì all’ospedale Sant’Andrea di Roma dopo essere stata colpita da un arresto cardiaco.

Laura Biagiotti Funerale

Una lunga carriera iniziata negli anni Sessanta nell’atelier romano della madre Delia Soldani Biagiotti con la quale ha firmato le prime divise per le hostess dell’Alitalia; una passione, quella per la moda, nata giovanissima, che l’ha portata nel 1972 a fondare la sua casa di moda e negli anni a viaggiare per il mondo ottenendo così il titolo di “ambasciatrice della moda italiana”.

Laura Biagiotti è stata la Signora della moda made in Italy, la prima ad aver sfilato in Cina nel 1988 quando a Pechino, 30 modelle cinesi, hanno indossato oltre cento abiti in seta e cashmere, realizzati proprio dalla stilista che in questo modo ha legato il gusto italiano alle tradizioni e alle materie prime preziosissime cinesi. E sarà sempre lei ad aprire le porte del Grande Teatro del Cremilino in Russia, nel 1995, rimanendo nella storia come la prima stilista italiana ad aver sfilato a Mosca. Amata in tutto il mondo, Laura Biagiotti sognava di poter vestire tutte le donne, anche per questo è stata incoronata la “regina del cachemire” dal New York Times, e infatti le sue collezioni hanno sempre dato un’attenzione particolare a questo filato, così morbido e prezioso, che la stilista riusciva a lavorare e trasformare con abilità e con il quale voleva accarezzare tutte le donne.

Precursore della moda pret-à-porter, la stilista aveva capito che gli abiti su misura avrebbero lasciato presto il posto ad una moda più accessibile a tutti. Il suo stile è diventato nel tempo inconfondibile: il bianco è stato il colore con il quale ha debuttato a Firenze nel 1972 e che l’ha accompagnata per tutta la carriera, simbolo di eleganza e raffinatezza. Famosi sono i suoi camicioni in lino dalle linee ampie e fluenti che vestono una donna femminile e un po’ bambola. Con il cashmere, tessuto prediletto, ha realizzato abiti sofisticati ma comodi, anticipando lo stile casual. E dal bianco purezza Laura Biagiotti era capace di passare al rosso rubino, simbolo di passione, pur mantenendo l’eleganza che non ha mai abbandonato il suo stile, come anche la qualità dei tessuti lavorati e l’attenzione al particolare. I suoi abiti sono stati indossati da grandi nomi come Virna Lisi, Romina Power, Marta Marzotto, Milva e Carla Fracci.

A Roma, dove tutto è iniziato, ha dedicato nel 1988 una linea di profumo che prende proprio il nome della Città Eterna e che ancora oggi è una delle fragranze più vendute. Le sue creazioni inoltre si sono spesso ispirate al mondo dell’arte di cui era amante ed esperta. A Roma ha donato diverse opere di Giacomo Bella, il genio futurista di cui la Biagiotti è stata un’importante collezionista insieme al marito, tanto che la loro collezione è stata esposta a Mosca nel Museo Puskin e nel 1998 a Roma nel Chiostro del Bramante. E alla cultura la stilista ha sempre dedicato la sua vita: dal restauro del Castello Marco Simone alle porte di Roma a quello della Scala Cordonata del Campidoglio disegnata da Michelangelo, nel 2003 la stilista ha donato un nuovo sipario al teatro La Fenice di Venezia e nel 2007 ha finanziato il restauro delle Fontane di Piazza Farnese.

Nonostante il grande successo, Laura Biagiotti non ha mai dimenticato le sue radici, con sé aveva sempre delle piccole forbici da sarta attaccate al collo, in ricordo della mamma. Oggi l’azienda passa nelle mani dell’amatissima figlia Lavinia, già alla dirigenza dalla maison dal 2005, che prenderà il posto della mamma come portavoce della moda italiana nel mondo.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons