L’accordo possibile

Attesa per la conferenza di Praga che prevede un accordo tra Russia e Usa sulla non proliferazione delle armi nucleari. Resta come incognita la questione iraniana.
Testate nucleari

Alle volte quotidiani e riviste riportano della stampa riportano anche avvenimenti positivi. L’annuncio della firma del nuovo accordo di riduzione di armi strategiche (Start), tra Stati Uniti e  Russia si può considerare una di queste notizie che ci aiutano a pensare che, tutto sommato, c’è ancora il buon senso.

 

Dai pareri degli esperti e dalle conclusioni che sono state rese pubbliche, sembra che le trattative siano state condotte con serietà e che ambedue le parti hanno dovuto cedere qualcosa. Il risultato è una significativa riduzione dell’arsenale di testate nucleari e missili dei due Paesi. Le trattative sono durate meno di un anno, il che secondo gli esperti, è un tempo breve per questo tipo di accordi. In più le posizioni dei due paesi si presentavano in partenza molto diverse.

 

La Russia era interessata ad accordare una riduzione, perché comunque sarà costretta in futuro ad avere meno armi strategiche, viste le ridotte possibilità di sostituire i missili del tempo della guerra fredda. Gli Usa potrebbero mantenere livelli più alti ma, se vogliono presentarsi come potenza conduttrice della non proliferazione di armi nucleari devono offrire un segnale di coerenza. Alexey Arbatov, direttore del centro de sicurezza internazionale dell’Istituto di economia mondiale e relazioni internazionali, aveva fatto notare qualche settimana prima che era indispensabile arrivare ad un nuovo accordo tra Washington e Mosca prima della Conferenza dei membri dell’Accordo di non proliferazione delle armi nucleari, prevista per maggio di quest’anno.

 

«La conferenza precedente non ha prodotto risultati, ha spiegato Arbatov -, e un secondo fallimento decreterebbe il blocco dell’accordo da firmare a Praga tra un paio di settimane. Il mondo potrebbe cambiare completamente, nuovi Stati potrebbero acquisire armi nucleari, aumenterebbe il club nucleare, con il rischio crescente che queste armi possono finire in mano a gruppi terroristi». Con l’accordo di Praga, Barack Obama ha la possibilità di assumere la leadership del disarmo.

 

Probabilmente tra le tematiche politiche che ruotano intorno al nuovo Start c’è anche la questione iraniana. Dopo l’annuncio ufficiale della firma dell’accordo, il presidente russo Dmitri Medvedev, in una lettera ai partecipanti alla riunione della Lega degli Stati arabi, riferendosi al problema nucleare iraniano, detto che «la via delle sanzioni non è la migliore, ma non si può escludere la possibilità che gli avvenimenti non costringano a procedere in questa direzione». Certamente sarebbe auspicabile che le potenze nucleari arrivassero ad una posizione comune in questa materia prima della conferenza dell’Accordo di non proliferazione.

 

 

ALCUNI NUMERI

 

A settembre del 1990, prima della firma dell’accordo Start-1, la Russia aveva 2500 missili e 10271 ogive nucleari. Gli Usa, a sua volta, avevano 2246 missili e 10563 ogive nucleari.

 

Limiti imposti dai successivi accordi:                           

 anno                                       1991(*)           2002(**)         2010(***)

 

quantità di ogive                       6000                2200                1550

 

quantità di missili                      1600                1600                700

 

(*) accordo di riduzione di armi strategiche Start-1

(**) riduzione ulteriori  – Accordo di Mosca

(***) nuovo accordo di riduzione di armi strategiche da firmare a Praga, 8 aprile del 2010

 

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