La sorpresa di Dio

Ratzinger sceglie la via non dell’onnipotenza ma della impotenza, non la via della forza ma della debolezza, non la via del potere ma di un servizio che diventa nascondimento, un mettersi da parte perché Dio operi per tutti. Commenta
Benedetto XVI in visita a Londra

Le agenzie hanno davvero sorpreso il mondo, quando hanno lanciato la notizia dell’annuncio delle dimissioni del papa, che avverranno il 28 febbraio. Uno straordinario gesto di povertà evangelica. Mentre tutti cercano il potere, il papa lascia il potere perché la parola di Dio possa correre veloce. Un insegnamento unico che stupisce e giudica tutti coloro che fanno del potere il punto di arrivo della loro esistenza, una specie di pienezza di vita.

Un grande atto di sottomissione al Vangelo del Signore. Il papa si dimette, per non essere di peso, per non ostacolare in nessun modo e in nessun caso l’azione del Signore, perché il Vangelo e nient’altro sia reso visibile di fronte alle domande delle persone, che cercano innanzitutto il volto di Dio.

Un' epifania della purezza di cuore che prende atto della fragilità delle scelte e anche degli errori, che si fanno, e tutto si riconsegna nelle mani del Dio che aveva scelto Ratzinger per farne il vescovo di Roma.

Nella Chiesa moderna non ci sono comportamenti analoghi e ci mancano le parole per spiegare questo unico e misterioso gesto di sottomissione a Dio. Come si leggeva nel vangelo di Luca, Simon Pietro si rivolge a Gesù: «Signore abbia pietà di me peccatore». Papa Ratzinger, con le sue dimissioni, pone davanti alla comunità dei credenti e davanti al mondo le sue debolezze, le sue fragilità, le sue inadeguatezze e al tempo stesso riconsegna tutto nelle mani del Signore.

E la Chiesa nell’accoglierle, prende atto che c’è un unico Signore, ricco di misericordia, e che tutto conduce al bene di coloro che lo amano. Ratzinger ricorda con questo gesto che solo la penitenza e la conversione sono la cifra vera della vita dei credenti, non gli interessi ecclesiastici, tanto meno quelli politici. Nello spazio dell’amore non ci sono calcoli, ma c’è solo l’economia del dono. E di un amore che diventa rinuncia.

Il Concilio, avvenuto cinquanta anni fa, trova in questa azione del papa il suo pieno dispiegamento e il suo massimo compimento. Il servo dei servi di Dio porta a compimento il suo servizio, mettendosi in ginocchio davanti al Signore e alla sua Chiesa, portando il peso di questo, consegnando quello che aveva ricevuto.

Papa Roncalli aveva fatto questo con il grande discorso alla luna, il giorno dell’apertura del Concilio. Ratzinger fa questo annuncio oggi, nella memoria delle apparizioni della madonna a Lourdes. Il segno di Lourdes è il segno del dolore del mondo, di cui oggi il papa si carica, perché altri possano correre più velocemente la corsa della fede, del Vangelo e della vita. Il peso del dolore del mondo può essere insostenibile. La sofferenza dei malati, il patire delle vittime della violenza del mondo, la carne e la vita che si percepiscono sempre più fragili, diventano pesi che talora schiacciano e anche il papa, verrebbe da dire soprattutto il papa non può che indicare la via di Gesù: la via crucis,la via lucis, la via pacis.

Non la via dell’onnipotenza ma della impotenza, non la via della forza ma della debolezza, non la via del potere ma di un servizio che diventa nascondimento, un mettersi da parte perché Dio operi per tutti.

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